QUIRINALE – Discorso di fine anno, atteso un messaggio di Mattarella per Cecilia Sala

«Violazione della legge islamica» è l’accusa con cui Cecilia Sala è detenuta ormai da 12 giorni nel carcere di Evin. Il regime di Teheran, agli ultimi posti al mondo nelle classifiche della libertà di stampa, ha reso noto la “motivazione” del fermo della giornalista. Ritenuto concordemente da pressoché tutti gli osservatori un pretesto per forzare la mano all’Italia ed evitare l’estradizione negli Usa dell’ingegner Mohammad Abedini Najafabad, sospettato di complicità con l’attività terroristica dei Pasdaran.
La vicenda che vede suo malgrado protagonista la giornalista del Foglio e di Chora Media, a cui la redazione di Pagine Ebraiche rinnova la propria vicinanza, dovrebbe essere evocata dal capo dello Stato Sergio Mattarella nel suo tradizionale messaggio di fine anno. Secondo il Foglio, Mattarella dovrebbe intervenire pubblicamente sul caso per la prima volta, senza però «entrare nel merito di una trattativa ancora assai complessa e piena di spigolose triangolazioni». Sul caso si è espressa in modo netto l’attivista e Premio Nobel per la pace iraniana Shirin Ebadi. «Sala è una giornalista innocente presa in ostaggio dalla Repubblica islamica per essere scambiata con persone vicine al regime», ha dichiarato in una intervista al Corriere della Sera. «Stando alla mia esperienza», ha poi aggiunto Ebadi, «terranno Sala per un po’ ancora in isolamento e poi potrebbe essere trasferita nella sezione femminile del carcere di Evin». A quel punto gli ayatollah «diranno che stanno conducendo delle indagini: altro stratagemma per allungare i tempi della sua detenzione». Secondo Ebadi, il futuro di Sala dipende dall’approccio del governo italiano e nel merito Roma «non deve stare ai giochi della Repubblica islamica», perché «questo è un affronto».

(Nell’immagine del Quirinale, Sergio Mattarella premia Cecilia Sala nel 2022 con la Penna d’Oro)