ISRAELE – Gallant lascia la Knesset e punta a guidare il Likud

Due mesi fa il “siluramento” da titolare della Difesa, ieri le dimissioni dal Parlamento. L’uscita di scena dalla Knesset dell’ex ministro Yoav Gallant è una delle notizie “calde” in Israele, poche ore dopo l’approvazione per un soffio della legge di bilancio, passata per un solo voto a favore.
«La mia strada è quella del Likud. Credo nei suoi principi, ho fiducia nei suoi membri ed elettori», ha rivendicato l’ex ministro, assicurando quindi “fedeltà” ideologica al partito di maggioranza dell’esecutivo, guidato dal primo ministro Benjamin Netanyahu. Che i rapporti tra i due siano conflittuali non è certo una novità e lo si era già visto prima delle divergenze manifestatesi nell’arco del conflitto su vari fronti post-7 ottobre. Nella primavera del 2023, con il paese lacerato sulla controversa riforma della giustizia, ci fu un primo “licenziamento” di Gallant da parte del premier.
Nel videomessaggio in cui ha annunciato le sue dimissioni dalla Knesset, Gallant ha accusato Netanyahu e il suo successore al ministero Israel Katz di mettere in pericolo la sicurezza nazionale. Riferendosi in particolare alla volontà manifestata dall’esecutivo di voler preservare l’esonero dal servizio militare dei haredim, i cosiddetti ultraortodossi, salvo una parziale coscrizione degli stessi. Tema incandescente da tempo e ancor di più in questo anno e tre mesi di guerra. A detta degli analisti, riporta tra gli altri il Times of Israel, è probabile che Gallant provi a sfidare la leadership del Likud nelle prossime primarie del partito. Non sarà però semplice avere successo, dal suo punto di vista, perché «l’attuale composizione ideologica del partito è molto lontana dagli ideali liberali ai quali Gallant ha fatto riferimento nel suo discorso».