SPORT – Addio ad Agnes Keleti, leggenda della ginnastica

Era scampata a due regimi, Agnes Keleti. Da ragazza al nazismo, nascondendosi sotto falsa identità in un villaggio. Qualche anno dopo, decidendo di non tornare in patria dopo i drammatici fatti di Budapest del 1956. Mentre i carri armati sovietici reprimevano nel sangue il dissenso, Keleti si trovava a migliaia di chilometri di distanza, a Melbourne, per onorare ai Giochi olimpici la promessa di diventare la più grande ginnasta della sua epoca. Alla “veneranda” età di 35 anni, almeno per una ginnasta, si portò a casa ben quattro medaglie d’oro e due d’argento.
Da allora il nome di Agnes Keleti è leggenda. E lo resterà anche dopo la morte, avvenuta nelle scorse ore all’età di 103 anni. Keleti era la più longeva medaglia olimpica vivente. Ma sarà anche ricordata per il suo amore per la vita, incrollabile fino all’ultimo, con spaccate e acrobazie a beneficio di telecamera fino a non molto tempo fa. Una leggenda anche in Israele, dove l’ebrea Keleti riparò per un lungo periodo dopo i Giochi di Melbourne, diventando l’allenatrice della sua squadra nazionale e ricevendo per i successi conseguiti anche in quella vesta l’Israel Prize. Nella terza età la scelta infine di tornare a Budapest. Il suo motto: «Non sono le medaglie di per sé a essere importanti, ma le esperienze cui danno origine».