SHIRIM – L’orto di Vesna

Di sera l’orto verde s’inazzurra,
e spicca il volo sui suoli viola
e in sé comincia a tremolare,
come il vuoto in una voluta di fumo.
Forse sei sul ramo, o nell’erba,
non so ove Tu non sia o sia,
mando il Tuo nome in ogni direzione,
visite preparo per ogni via.
Ma sempre meno cose rispondono
al mio richiamo, al Tuo nome.
Che almeno un filo d’erba si senta,
ch’io mi leghi a un qualcosa.
Il tuo nome torna semivuoto.
Non so se Tu non sia o sia.
Ma so di esser testimone dello svanire
di quel Te che ricevo per nome.
S’invola l’orto dai suoli azzurri,
oltre il colore viaggia la nostra immagine.
Saprò riconoscerti
se Ti incontro senza nome ed effigie?
Tu sei la rima di cose senza nome,
ed appari quando ad esse mi consegno,
che mi rimi l’acqua, la nube, il vento,
con il nome che in essi hai perso.

 
 
Proponiamo per Shirim dei versi dell’autrice croata Vesna Krmpotić (1932-2018) nella traduzione in italiano a cura di Suzana Glavaš.
Nel dolce respiro del verso, riflessi azzurri di familiari tratti paiono disegnarsi sui contorni delle cose del mondo, dileguarsi per ritornare, in un gioco di ombre e di luci.
Si sta come sospesi, in ascolto, i sensi in allerta nell’attesa dolce e disperata di un manifestarsi.
S’inazzurrano gli orti e le siepi. Dissolto appare il velo.
Ma lesto il sogno s’invola in inanimate immagini. Scivolano gli aneliti in riflessi perduti. Folli, esausti istanti caduchi.
Sarà il sussurro dell’erba, dell’acqua, del vento? Sarà la voce di cose innominate a dare forma all’invisibile.
A cantare oscura l’etereo canto inudibile.

Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno