ROMA – Il ritorno delle pietre d’inciampo, lunedì le prime pose
Ebrei, antifascisti, militanti per la libertà. Anche quest’anno la posa delle pietre d’inciampo in Italia inizierà da Roma, la città dove “debuttarono” nel gennaio del 2010 per iniziativa dell’associazione Arteinmemoria. Pochi in Italia conoscevano allora le Stolpersteine, i piccoli blocchi quadrati di pietra ricoperti di ottone dell’artista tedesco Gunter Demnig. Fu un’intuizione della storica dell’arte Adachiara Zevi a portarle anche nel nostro paese, dove sono oggi largamente diffuse con la funzione di irradiare consapevolezza sulla ferita della persecuzione nazifascista attraverso i dati biografici essenziali delle persone colpite, nei luoghi del loro arresto o dell’ultima dimora. Un invito a fermarsi, ad approfondire.
Tre date quest’anno per le Stolpersteine romane: 13 e 14 gennaio, 12 febbraio. L’inaugurazione di lunedì mattina prossimo avrà luogo in via della Reginella 10 alle 9, con la posa di una pietra in memoria di Fortunata Sciunnach, catturata il 16 ottobre del 1943. Pochi istanti dopo, al civico 19, un’altra pietra sarà incastonata in ricordo di Rubino Della Rocca, padre del futuro rabbino Vittorio Haim Della Rocca, noto tra gli ebrei romani come “il Morè”. L’itinerario di Arteinmemoria proseguirà con altre cerimonia nel I Municipio (dentro e fuori il quartiere ebraico) e farà anche tappa nei municipi II, III, V, VII, VIII e XV. Venticinque in tutto le nuove pietre previste per la capitale.
«A quindici anni dal debutto, il nostro resta un progetto vivo», racconta Adachiara Zevi. «E lo è anche e soprattutto per l’attenzione delle scuole, da sempre un nostro punto di forza. In un momento non semplice per la trasmissione della Memoria, anche in quell’ambito, è un segnale positivo». Zevi parla in questo senso di «progetto che mobilita molte forze: scuole, familiari, istituzioni, municipi; è uno sforzo di Memoria attiva, la cui preparazione dura tutto l’anno attraverso il coinvolgimento diretto dei giovani». Essenziale infatti a monte «un lavoro didattico e di formazione costante: quando gli insegnanti lavorano, quando sono seguiti e formati, i risultati si vedono». Sarà l’artista stesso a collocare le pietre, come fa da ormai da trent’anni in tutta Europa. La prima pietra fu posizionata a Colonia, nel 1995, in memoria dei rom e sinti assassinati nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Da allora oltre 100.000 esemplari hanno trovato dimora nelle strade e nelle piazze del Vecchio Continente.
a.s.