CANADA – Esce di scena Trudeau, la promessa mancata

«Non c’è motivo di pensare che Justin Trudeau non sia favorevole a Israele e agli ebrei», scriveva nel 2015 il sito The Canadian Jewish News. Il commento riassumeva le posizioni di diversi leader e studiosi della comunità ebraica del Canada alla vigilia dell’insediamento del leader liberale a primo ministro. A distanza di dieci anni, l’opinione dell’ebraismo canadese sul premier è radicalmente cambiata. E le sue recenti dimissioni sono state accolte come un atto dovuto dalla leadership ebraica, scrive l’agenzia di stampa ebraica Jta. Un pensiero condiviso dalla maggior parte dell’opinione pubblica: nel dicembre 2024, secondo i sondaggi, solo il 22% dei canadesi sosteneva il primo ministro uscente ed ex leader del partito liberale.
Per gli ebrei il crollo della fiducia in Trudeau è legato alla sua gestione della minaccia antisemita e alle scelte politiche del suo governo su Israele.
Da anni le principali istituzioni ebraiche segnalavano un allarmante aumento dell’antisemitismo in Canada, denunciando l’inefficacia delle azioni governative per contrastarlo. Il 7 Ottobre è diventato lo spartiacque definitivo. Secondo un’indagine del ministero israeliano per la Diaspora e la lotta all’antisemitismo, dal 7 ottobre 2023 il Canada ha registrato un aumento del 670% degli attacchi antisemiti rispetto all’anno precedente. In pochi mesi ci sono state sparatorie contro istituzioni ebraiche e attacchi con molotov a scuole, sinagoghe e altri centri comunitari. Secondo la stessa indagine, gli ebrei canadesi – l’1,4% della popolazione – nel corso del 2024 sono stati il bersaglio del 70% dei crimini di odio religioso commessi nel paese dell’acero.
«La disperazione è diventata una caratteristica della vita quotidiana per gli ebrei di tutto il Canada, che sperimentano un odio pubblico e tuttavia vivono sotto un governo che appare cieco, paralizzato o indifferente», ha denunciato il giornalista Terry Glavin in un’ampia inchiesta su The Free Press (11 dicembre 2023).
Il Canada, un tempo considerato un rifugio sicuro per gli ebrei, secondo Glavin è diventato un luogo in cui la comunità ebraica si è trasformata in un bersaglio. Uno degli episodi più recenti è avvenuto a fine novembre quando una manifestazione pro palestinese è degenerata in una protesta violenta. «Sono stati accesi incendi, sono state vandalizzate aziende e i canadesi ebrei si sono sentiti ancora una volta insicuri nel loro stesso paese. I nostri leader politici devono smettere di scusare l’estremismo. La polizia deve far rispettare la legge. E tutti i canadesi devono prendere sul serio l’antisemitismo… ORA», ha dichiarato il Centre for Israel and Jewish Affairs. Trudeau ha condannato quella manifestazione così come altri incidenti, definendoli apertamente antisemiti. Nei mesi precedenti aveva anche nominato il parlamentare ebreo Anthony Housefather come consulente del governo per i rapporti con la comunità ebraica per poi istituire una nuova commissione per la lotta all’antisemitismo. Ma alle nomine non è seguito un cambiamento sul terreno e la percezione di insicurezza tra gli ebrei è rimasta invariata. «Non ho mai visto una cosa del genere in tutta la mia vita: persone di tutte le età esprimono in modi diversi apprensione, senso di isolamento, insicurezza, paura», ha raccontato a The Free Press Irwin Cotler, ex ministro della giustizia del Canada, con un passato da presidente del Congresso ebraico canadese. Molti membri della comunità, ha aggiunto, arrivano da lui sconvolti. «Sento dire: ‘Questo non è il Canada che conosco’, o ‘Questo non è il Canada in cui sono arrivato. Questa è un’altra cosa’. E hanno paura di esprimerlo pubblicamente».
Come negli Stati Uniti, le università sono state il centro di proteste contro Israele, trasformatesi in minacce aperte agli studenti e docenti ebrei. Anche in questo caso le misure prese da Ottawa così come dalle istituzioni accademiche sono state definite insufficienti dalla leadership ebraica.
Le tensioni con l’esecutivo si sono poi aggravate quando il governo del Canada ha deciso di sposare una linea dura contro Israele, criticando la sua gestione del conflitto a Gaza, bloccando le forniture di armi e ripristinando i fondi all’Unrwa, l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi accusata da Gerusalemme di collusioni con Hamas.
Per tutti questi motivi, sottolinea il Canadian Jewish News, oggi l’ebraismo canadese non piange l’addio di Trudeau. Con l’avvicinarsi delle elezioni, il leader del partito conservatore, Pierre Poilievre, ha cercato di capitalizzare questo malcontento. Poilievre ha espresso apertamente il proprio sostegno a Israele, partecipato attivamente a eventi comunitari e denunciato con durezza l’aumento dell’antisemitismo sotto il governo liberale.