INTRATTENIMENTO – Gerusalemme, regina del ciclorama

Prima del cinema, per divertirsi, c’era il ciclorama. Stanze circolari con le pareti coperte da un disegno di una veduta a 360 gradi davano allo spettatore l’illusione di trovarsi immerso in un paesaggio. Spesso lontano ed esotico. Una tradizione oggi rilanciata con i suoi panorami dall’architetto irano-tedesco Yadegar Asisi, che ha ritratto a Berlino una porzione del Muro e la Porta di Pergamon.
Il sito The Canadian Jewish News racconta come attraverso il ciclorama, una forma di intrattenimento in voga nel XIX secolo, l’opera del pittore realista tedesco Bruno Piglhein contribuì ad “avvicinare” Gerusalemme al pubblico occidentale. Pilghein vi sostò nel 1885. La “sua” Gerusalemme, trasposta in uno dei ciclorama più grandi dell’epoca, viaggiò dagli Stati Uniti all’Europa con grande consenso popolare e l’ammirazione dei biblisti «per l’accuratezza dei dettagli». L’originale finì purtroppo in cenere a Vienna, per via di un incendio. È però sopravvissuta una copia, conservata proprio in Canada. È uno degli appena 17 “panorami” superstiti in tutto il mondo. E tra i più suggestivi. D’altronde, ricorda il sito di informazione degli ebrei canadesi, «Gerusalemme affascina da migliaia di anni e i suoi panorami sono solo un esempio di questo fenomeno». Gerusalemme è conosciuta come “la città della pace”. L’auspicio della redazione del Canadian Jewish News è che nel 2025 «possa essere all’altezza di questa nobile aspirazione».