ISRAELE – Tregua più vicina, alleati destra contro Bibi

Le trattative in corso in Qatar per il rilascio degli ostaggi nelle mani di Hamas e un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza hanno registrato progressi significativi. Funzionari israeliani e mediatori internazionali hanno confermato la possibilità di un accordo imminente, basato su una bozza “finale”. Israele ha approvato la bozza in linea di principio, ma il via libera definitivo dipende dall’approvazione di Muhammad Sinwar, leader di Hamas a Gaza, spiegano i media internazionali.
Il piano prevede un accordo graduale in tre fasi: rilascio di una parte degli ostaggi – donne, bambini e anziani –, seguito da negoziati per la liberazione di uomini in età militare, e una fase finale dedicata all’amministrazione e ricostruzione di Gaza. Rimangono alcuni ostacoli, tra cui il ritiro dei soldati di Tsahal dall’enclave palestinese, la definizione di quali detenuti palestinesi saranno liberati dalle carceri israeliane e un chiarimento sullo stato di salute degli ostaggi. Sono 98 le persone rapite e nelle mani dei terroristi palestinesi. Secondo le autorità israeliane, almeno 36 non sono più in vita.
Oltre all’incognita Hamas, il premier israeliano Benjamin Netanyahu deve fare i conti con le contestazioni interne al suo governo. Il ministro delle Finanze, Bezalel Smotrich, ha definito l’accordo una «catastrofe», opponendosi al rilascio di detenuti palestinesi e a un’interruzione del conflitto. Sulla stessa linea il ministro della Pubblica sicurezza Itamar Ben Gvir e alcuni parlamentari del Likud, il partito di Netanyahu. Al primo ministro si è rivolta invece l’opposizione guidata da Benny Gantz e Yair Lapid: nel caso in cui la coalizione di governo non abbia i numeri per approvare l’accordo in parlamento, Netanyahu potrà contare sul sostegno dei loro partiti.