ISRAELE – Ultimi dettagli verso l’intesa. Le famiglie degli ostaggi: Non c’è più tempo
«Ogni minuto è importante per gli ostaggi. Non c’è tempo da perdere», ripetono da 467 giorni le famiglie dei 98 israeliani imprigionati a Gaza. I parenti attendono, come tutti, di sapere se e quando l’imminente accordo con Hamas diventerà realtà. Aspettano di capire se le ore febbrili di negoziati condotti tra Israele e Hamas con la mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti porteranno finalmente al rilascio dei loro cari. Leggono con apprensione il susseguirsi di notizie: Hamas ha detto sì all’intesa, l’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu smentisce perché i terroristi non hanno dato un ok ufficiale, Doha annuncia una conferenza stampa in serata sull’accordo. Molta confusione, ancora nessuna conferma definitiva, ma per i media locali e internazionali l’accordo si farà.
Secondo l’emittente pubblica israeliana Kan, a Gerusalemme si sta preparando una riunione del gabinetto per esaminare e votare la proposta. Dopo l’approvazione, si procederà alla pubblicazione della lista dei prigionieri palestinesi da rilasciare, un aspetto che potrebbe generare critiche e opposizioni, ma che Kan descrive come «inevitabile». La maggioranza necessaria per approvare l’accordo sembra esserci, nonostante l’opposizione di alcuni ministri di spicco, tra cui Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich. Quest’ultimo ha incontrato a porte chiuse Netanyahu, intenzionato a convincerlo di evitare ostracismi.
Nel frattempo, i mediatori internazionali stanno cercando di appianare gli ultimi ostacoli. Tra i punti ancora aperti figurano le modalità del cessate il fuoco e la gestione della sicurezza durante la fase iniziale dell’accordo.
Le famiglie degli ostaggi, riunite ancora una volta in piazza, continuano a fare pressione. «Non possiamo più aspettare, il tempo sta per scadere», ripetono. La speranza è che nelle prossime 24-48 ore, definite da fonti israeliane come «decisive», si possa finalmente parlare di un accordo concluso e di un primo passo verso il ritorno degli ostaggi.
Ma fino all’ultimo non mancano i tentativi di sabotaggio. Hamas accusa Israele di voler ritardare l’accordo, mentre fonti israeliane replicano che si tratta di pressioni dell’ultimo minuto per ottenere ulteriori concessioni.
Il mondo aspetta, ma soprattutto aspettano le famiglie dei rapiti, che da mesi vivono nell’angoscia, con una sola richiesta: riportateli a casa.
(Nell’immagine, la locandina di una manifestazione del Forum degli ostaggi con la scritta: “Finché non tornano, siamo tutti ostaggi”)