PADOVA – In mostra i “Paesaggi e leggende” di Silvana Weiller Romanin Jacur
Oltre cento opere per raccontare il percorso artistico e umano di una delle figure più poliedriche della cultura della Padova del Novecento. Si intitola Paesaggi e leggende, la retrospettiva dedicata all’artista Silvana Weiller Romanin Jacur (1922–2022) in mostra al centro culturale Altinate San Gaetano di Padova dal 19 gennaio al 2 marzo 2025. Curata da Nicola Galvan ed Elisabetta Vanzelli, la mostra offre una panoramica sulle due principali tematiche approfondite da Weiller a partire dal secondo dopoguerra: l’identità ebraica e i paesaggi urbani e naturali.
L’esposizione, spiegano i curatori, presenta sia i luoghi più significativi per l’artista, sia la sua capacità di sperimentare, esplorando linguaggi delle avanguardie.
Nata a Venezia nel 1922, Weiller si avvicinò all’arte fin da giovane, quando cominciò a frequentare la pittrice inglese Alis Levi, nella cui casa incontrò musicisti, letterati, pittori, da Maurice Ravel a Igor Stravinskij, Guido Cadorin, Filippo de Pisis, Eleonora Duse, Gabriele D’Annunzio.
Trasferitasi a Milano con la famiglia, fu espulsa dal liceo Parini. Come molti studenti e docenti ebrei, trovò rifugio nella scuola ebraica di via Eupili, nel cuore di Milano. L’aggravarsi delle persecuzioni nazifasciste spinse poi i Weiller a lasciare la città e trovare rifugio in Svizzera, dove Silvana frequentò l’Ecole Cantonal d’Art di Losanna e dove si sposò con Leo Romanin Jacur. Appena finita la guerra, i giovani coniugi rientrarono in Italia, a Padova, dove Weiller proseguì il suo lavoro artistico, collaborando anche con la Comunità ebraica locale.
Nel 1948 espose per la prima volta al Caffè Pedrocchi, uno degli storici punti di ritrovo della cultura padovana. Poi, a partire dagli anni Sessanta, iniziò una carriera da critica d’arte, firmando articoli per riviste di settore e quotidiani locali. Negli stessi anni si fece promotrice di progetti culturali a Padova, con particolare attenzione agli studi sulla figura della donna all’interno del contesto biblico. Nel 1994 il Comune di Padova le consegnò il Sigillo della città «per l’instancabile impegno in ambito artistico e letterario».
«Silvana Weiller è stata una delle figure di spicco della vita culturale e artistica della nostra città dall’immediato dopoguerra fino alla sua scomparsa, avvenuta quasi tre anni fa, alla bella età di cent’anni», ha sottolineato l’assessore alla Cultura di Padova Andrea Colasio presentando la mostra. Una pittrice, ma anche poetessa e critica d’arte che ricordiamo accendendo un faro anche su una sua attività artistica non meno importante e di qualità, quella dei disegni realizzati per i suoi bambini, che fino ad oggi era rimasta nell’ambito familiare».
d.r