ISRAELE – I dubbi di Trump sulla tregua a Gaza
«Non sono fiducioso». Ad appena tre giorni dall’inizio della tregua a Gaza e il rilascio dei primi ostaggi, il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha espresso il proprio scetticismo sulla tenuta dell’accordo fra Israele e Hamas. Nelle prime ore del suo secondo mandato, Trump ha firmato alcuni ordini esecutivi dallo Studio Ovale e risposto alle domande dei giornalisti. Una era su Gaza: se il presidente ha fiducia che l’accordo venga completato nelle sue tre fasi. «Questa non è la nostra guerra. È la loro guerra. Non sono fiducioso,» ha risposto Trump. «Ma penso che dall’altra parte siano molto indeboliti,» ha aggiunto, riferendosi a Hamas.
La prima fase dell’intesa prevede una tregua di 42 giorni e la scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi in cambio della liberazione di 33 ostaggi israeliani. Tre rapite sono state liberate il 19 gennaio e altre quattro, secondo quanto dichiarato dal gruppo terroristico, dovrebbero essere rilasciate il prossimo 25 gennaio. Hamas non ha fatto nomi, ma indicato che si tratterà di quattro donne.
Trump si è soffermato anche sulla situazione di Gaza, distrutta dai 15 mesi di guerra scatenata dalle stragi di Hamas. Il presidente ha descritto l’area come «un enorme sito di demolizione» che dovrà essere «ricostruito in modo diverso». Gaza, ha aggiunto, «è in una posizione fenomenale», sul Mar Mediterraneo, con un «clima straordinario,» e «lì si potrebbero realizzare cose incredibili, progetti fantastici». Alla domanda se intendesse contribuire alla ricostruzione dell’enclave palestinese, il presidente ha risposto: «Potrei».
Rimanendo in Medio Oriente, Trump ha anche sostenuto che un accordo di normalizzazione tra Israele e Arabia Saudita potrebbe essere firmato «presto», ma non ha dato ulteriori dettagli a riguardo. Tra gli ordini esecutivi che ha firmato, uno ha cancellato le sanzioni contro dodici israeliani ritenuti dalla precedente amministrazione Biden una minaccia per «la pace, la sicurezza e la stabilità in Cisgiordania». Il provvedimento è arrivato nelle stesse ore in cui gruppi di estremisti israeliani hanno attaccato il villaggio palestinese di al-Funduq, in Cisgiordania, per protestare contro il cessate il fuoco a Gaza. Un’azione denunciata dall’esercito israeliano e stigmatizzata dal ministro della Difesa, Israel Katz. «Condanno fermamente qualsiasi attacco e violenza contro i palestinesi», ha affermato il ministro.