ISRAELE – Operazione in Cisgiordania, generale Halevi lascia a marzo

Si chiama “Iron Wall” la massiccia operazione antiterrorismo avviata nelle scorse ore dall’esercito israeliano attorno a Jenin, in Cisgiordania. La missione, iniziata con attacchi di droni su infrastrutture di gruppi terroristici palestinesi, coinvolge decine di soldati e dovrebbe durare diversi giorni, secondo quanto riportano i media locali. L’iniziativa è parte di uno sforzo più ampio per rafforzare la sicurezza nell’area, ha dichiarato il premier israeliano Benjamin Netanyahu. «Questo è un altro passo verso il raggiungimento dell’obiettivo che ci siamo prefissati: rafforzare la sicurezza in Giudea e Samaria. Stiamo agendo sistematicamente e con determinazione contro l’asse iraniano ovunque si estenda: a Gaza, in Libano, in Siria, in Yemen e in Giudea e Samaria».
L’operazione era stata preannunciata 24 ore prima dal capo delle forze armate, Herzi Halevi, che oggi ha annunciato le sue dimissioni: dal 6 marzo prossimo non sarà più lui a guidare l’esercito israeliano. In una lettera, Halevi spiega di aver deciso di lasciare dopo aver «riconosciuto la mia responsabilità per il fallimento di Tsahal il 7 ottobre 2023, e nel momento in cui l’esercito ha registrato risultati importanti e sta attuando un accordo per il rilascio degli ostaggi».
Parlando delle stragi di Hamas del 7 ottobre, Halevi scrive: «Sotto il mio comando, l’Israel Defence Forces hanno fallito nella loro missione di proteggere i cittadini israeliani. Lo stato di Israele ha pagato un prezzo pesante e doloroso: in vite perse, in ostaggi presi e in ferite fisiche ed emotive. Le azioni coraggiose di molti – personale delle forze di sicurezza, soldati e comandanti delle Idf e civili coraggiosi – non sono state sufficienti a impedire questo grande disastro. La responsabilità di questo terribile fallimento mi accompagna ogni giorno, ogni ora, e mi accompagnerà per il resto della mia vita».
Parlando del conflitto a Gaza, il capo di stato maggiore sottolinea come la missione per sradicare Hamas non sia conclusa. «Gli obiettivi della guerra non sono ancora stati pienamente raggiunti. Le Idf continueranno a lottare per smantellare la governance e le capacità militari di Hamas, per assicurare la restituzione di tutti gli ostaggi e per rafforzare le condizioni di sicurezza che consentiranno il ritorno sicuro dei residenti alle loro case nel sud e nel nord».