ISRAELE – Attese notizie su ostaggi mentre governo rallenta su ritiro da Libano

La procedura sarà la stessa adottata da Israele per Emily Damari, Romi Gonen e Doron Steinbrecher. Quando sabato i quattro nuovi ostaggi saranno liberati da Hamas ed entreranno in territorio israeliano, l’esercito per prima cosa li farà incontrare con uno dei loro cari. In attesa di sapere chi siano i rapiti e quali siano le loro condizioni, le autorità israeliane si preparano ad accoglierli.
Domani Hamas dovrebbe anche trasmettere un elenco in cui sono descritte le condizioni dei restanti 26 ostaggi detenuti a Gaza che sono nella lista di rilascio della prima fase dell’accordo. Per la prima volta Israele dovrebbe così conoscere il destino di diversi rapiti, tra cui la famiglia Bibas: i genitori Shiri e Yarden e i figli Ariel (5 anni) e Kfir (2 anni).
Al governo intanto si rivolgono i parenti degli ostaggi non inclusi nella prima fase dell’accordo. «State facendo un lavoro eccellente, non fermatevi. Fate tutto il necessario per portare fino all’ultimo dei rapiti a casa. Questa è la vostra missione e il vostro dovere. Chiediamo che la fase due sia formulata e concordata subito», ha dichiarato Ayelet Samerano, madre di Yonatan, ucciso il 7 ottobre e la cui salma è tenuta ostaggio dai terroristi palestinesi a Gaza.
Da Gerusalemme non filtra molto sulla citata fase due, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu ha chiarito il destino dell’altro accordo di cessate il fuoco in corso: quello con Hezbollah. In teoria domenica, secondo l’intesa, l’esercito israeliano dovrebbe completare il ritiro dal sud del Libano. Ma questo passaggio, ha sottolineato Netanyahu, «è condizionato al dispiegamento dell’esercito libanese nell’area e alla piena ed effettiva applicazione dell’accordo, con Hezbollah che si ritira oltre il Litani». Una situazione, ha sottolineato il premier, che attualmente non si è verificata e per questo «il processo di ritiro graduale continuerà, in pieno coordinamento con gli Stati Uniti» oltre il termine previsto.