ROMA – La musica e le “rughe” della Memoria all’Auditorium
Giovedì sera le melodie di musicisti ebrei perseguitati durante il fascismo e il nazismo hanno avvolto la sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il concerto “E ora musica” è stato organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane per celebrare il Giorno della Memoria. Ha diretto l’orchestra Abimà, con la partecipazione del flautista Roberto Fabbriciani, il maestro Davide Casali, che ha proposto musiche di Leone Sinigaglia, Marc Lavry, Aldo Finzi, Vito Levi, Emilio Russi, Ernest Bloch. Fra un brano e l’altro l’attore Sebastiano Somma ha recitato testimonianze di Alice Herz-Sommer, Vittorio Foa, Mario Castelnuovo, Marcello Pezzetti, Carolus Luigi Cergoly, Viktor Ullmann.
«Ottant’anni fa ci fu la liberazione del campo di Auschwitz e la fine della guerra, e con questa anche la liberazione della musica, abusata anch’essa nella fabbrica della morte», ha affermato la presidente Ucei Noemi Di Segni salutando il pubblico. «Ogni nota è un tormento nel ricordo di chi è stato sterminato, di chi poteva suonare e comporre ancora, dell’estro soffocato. Ogni nota di violino e di pianoforte è oggi monito rispetto a quel passato ma anche rispetto all’oggi. Sono molte le voci e gli strumenti mal accordati che stridono con quelle note di liberazione e libertà riconquistate, che desiderano scientemente soffocare ancora una volta voce e vita ebraica, e che ricevono gli applausi di platee ingannate dall’acustica dell’odio antisemita».
Un ricordo è stato dedicato alla giornalista Viviana Goren Kasam, scomparsa recentemente, ideatrice di questo percorso di Memoria.
Righe e Rughe della Memoria
A margine del concerto è stata inaugurata la mostra Righe e Rughe della Memoria, realizzata dal fotografo Roberto Grillo, che raccoglie dieci scatti di testimoni diretti e indiretti della Shoah, fra cui quello di Sami Modiano e della centenaria Goti Herskovits Bauer, sopravvissuti ai campi di sterminio. Il desiderio dell’artista è che gli eredi, i figli e i parenti dei testimoni della Shoah possano intervenire sugli stessi ritratti e perpetuare la “voce” dei propri familiari, affinché tale patrimonio memoriale, individuale e universale, non si disperda. A tal fine, le fotografie saranno donate all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane (UCEI), cui sarà affidata l’“eredità” di questo progetto.
l.e.