SHIRIM – Lampo (Simone Weil)

Lampo
Che il cielo puro mi mandi sul viso
-Questo cielo spazzato da lunghe nubi-
un vento così forte, profumato di gioia,
che tutto nasca, mondato dai sogni:
Per me nasceranno le umane città
che un soffio puro ha pulito da brume,
i tetti, i passi, i gridi, i cento lumi,
rumori umani, quanto consuma il tempo
.

Nasceranno i mari, l’ondeggiante barca,
il colpo di remo e i fuochi della notte;
nasceranno i campi, il giavellotto lanciato
nasceranno le sere, stella che a stella segue.

Nasceranno il lampo e le ginocchia chine,
l’ombra, l’urto alle svolte della miniera;
nasceranno le mani, i duri metalli rotti,
il ferro morso nell’urlo della macchina.

Il mondo è nato; fallo durare, vento, nel tuo soffio!
Ma esso muore coperto di fumo.
M’era nato in uno squarcio
di pallido cielo verde tra le nubi. 

Proponiamo per Shirim di oggi dei versi di Simone Weil (1909-1943) nella traduzione in italiano a cura di Roberto Carifi.
Versi onirici, ove immagini, visioni si susseguono a perdifiato, l’una dopo l’altra, come per un’improvvisa burrasca che venga scompigliare le rose, le pagine dimenticate sull’erba.
L’irrompere violento e repentino del sogno è suscitato da un forte vento invocato, vento di gioia che schiude nuovi mondi, fa sì che fioriscano i campi, sgorghino dal buio le città e tutto ciò che esisteva torni a splendere di un volto nuovo. Ringiovaniscono le antiche cose e ancora liete paiono e preziose.
Ma lesto si dissolve il sogno in un trepido lampo. Dilegua, lasciando negli occhi una coltre di fumo. Riappassiscono le rose ed il cielo.
Ma un dì, inatteso, tornerà. Ancora s’aprirà lo squarcio.
Irromperanno feroci il vento, il trepido lampo a rianimare i campi soffusi del sogno.

Shirim è a cura di Mariateresa Amabile, poetessa e docente di Diritti Antichi all’Università di Salerno