ISRAELE – Isaac Amit nuovo presidente Corte Suprema
Per il guardasigilli Yariv Levin l’elezione di Amit è «illegittima e illegale»
Dopo 16 mesi di attesa, la Corte suprema israeliana ha eletto il suo nuovo presidente: Isaac Amit, già alla guida ad interim del più importante organo giudiziario d’Israele.
La sua nomina arriva dopo un lungo stallo dovuto all’opposizione del ministro della Giustizia, Yariv Levin, che avrebbe voluto un’altra figura in quel ruolo. Un’opposizione che prosegue: Levin ha dichiarato di non riconoscere Amit «come capo della Corte suprema» e ha definito il procedimento con cui è stato eletto «illegittimo e illegale». La nomina è stata approvata dalla Commissione di selezione giudiziaria, che ha votato Amit nonostante l’assenza del ministro della Giustizia e di due componenti della coalizione.
Amit è noto come un giudice liberale e la sua carriera «è costellata di sentenze che hanno sfidato il governo su temi cruciali, inclusi i tentativi di riforma del sistema giudiziario», scrive il Times of Israel. Nonostante ciò, non può essere definito un giudice di sinistra in senso stretto, spiega al sito israeliano Barak Medina, già rettore dell’Università Ebraica di Gerusalemme: il suo approccio pragmatico lo ha portato in alcuni casi a riconoscere l’importanza delle questioni di sicurezza nazionale rispetto ai diritti civili.
Il presidente della Corte suprema in Israele ricopre un ruolo cruciale. Oltre a presiedere i procedimenti giudiziari, in particolare quelli riguardanti questioni costituzionali e diritti civili, il presidente gestisce l’intero sistema giudiziario, supervisionando le risorse e organizzando i panel giudicanti per i vari casi.
Simbolo dell’indipendenza del potere giudiziario, il presidente protegge la separazione dei poteri e rappresenta la giustizia israeliana a livello nazionale e internazionale. In un sistema senza una Costituzione formale, la Corte Suprema, sotto la sua guida, garantisce che leggi e politiche rispettino i Basic Laws, i principi fondamentali dello Stato.
Con il voto favorevole di Amit, la Corte suprema ha bocciato alcune iniziative del governo come l’eliminazione della clausola di ragionevolezza (usata dalla Corte stessa per giudicare la «ragionevolezza» degli atti amministrativi compiuti dall’esecutivo) o la nomina del leader di Shas, Aryeh Deri, condannato per reati penali, a ministro dell’Interno. Ha inoltre deliberato alcune sentenze a tutela delle comunità palestinese attaccate da estremisti israeliani e criticato la polizia per la mancata protezione a queste comunità
Da presidente della Corte suprema, gli analisti prevedono che Amit continuerà a opporsi a ogni tentativo di ridurre l’indipendenza del sistema giudiziario.