ROMA – La commemorazione nella sede Ue
Fadlun: Memoria è stata tradita

Nel Giorno della Memoria si è parlato di Shoah e ricordo consapevole anche nelle stanze dell’ufficio italiano del Parlamento europeo a Roma. Sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni e studiosi, e sono stati fatti molti riferimenti alle criticità del presente.
«Il Giorno della Memoria non è solo un momento per onorare le vittime, ma anche un’occasione per riaffermare il nostro impegno nella lotta contro l’antisemitismo», ha dichiarato la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno in un videomessaggio trasmesso all’inizio dell’evento. Una caratteristica «fondamentale» da difendere anche nei confronti di chi prova a “svuotare” le iniziative del 27 gennaio dal loro significato. L’altra vicepresidente italiana del Parlamento Ue, Antonella Sberna, ha sostenuto che «la Memoria non è solo ricordo, ma impegno attivo e responsabilità morale». Per questo, ha proseguito Sberna, «non possiamo essere spettatori silenziosi» davanti all’antisemitismo in crescita. Ha inviato un messaggio anche il commissario agli Affari interni europeo Magnus Brunner: «Oggi ricordiamo sei milioni di vittime, sei milioni di vite e sogni spezzati». Anche per Brunner l’antisemitismo in ascesa è motivo di preoccupazione e contrastarlo rappresenta una delle sfide prioritarie per chi crede in una società fondata su «dialogo e tolleranza». In collegamento da Auschwitz-Birkenau, il presidente della Comunità ebraica romana Victor Fadlun ha parlato di sostanziale “fallimento” del Giorno della Memoria. A detta di Fadlun, dopo il 7 ottobre «l’obiettivo del “mai più” è purtroppo fallito, perché è successo di nuovo e l’insensibilità e il silenzio sul 7 ottobre significano che la Memoria è stata tradita».
Si è poi aperto uno spazio di riflessione sull’impatto delle leggi razziste sull’università italiana introdotto e moderato dal docente David Meghnagi, ideatore e direttore del master in didattica della Shoah a Roma Tre e presidente del comitato accademico europeo per la lotta all’antisemitismo. Sul tema si sono confrontati tre esperti: Antonio Varsori, Claudia Hassan e Tommaso Dell’Era. Introducendone le relazioni, Meghnagi ha parlato dell’effetto dei provvedimenti antisemiti del fascismo come di «un suicidio anche scientifico e culturale».

a.s.