ISRAELE – L’ex ostaggio: «In prigionia Liri Albag mi ha salvato la vita»

Se non ci fosse stata Liri Albag, soldata di 19 anni, Amit Soussana, avvocata di 40 anni, non sa se sarebbe sopravvissuta alle violenze dei carcerieri palestinesi. I suoi aguzzini erano convinti che Amit fosse un ufficiale dell’esercito israeliano. L’avevano legata e picchiata. «Hai 40 minuti per dire la verità, o ti uccido», le avevano gridato. A quel punto la giovane Liri ha preso le difese di Amit. Ha spiegato come quella donna fosse una civile, non un militare di Tsahal. «Quando è tornata le ho detto: “Non so se mi avrebbero ucciso o meno; per quanto mi riguarda, mi hai salvato la vita”», ha ricordato Soussana in un’intervista al programma Uvda del Canale israeliano 12. Una lunga e difficile testimonianza in cui la donna, liberata nel primo accordo tra Israele e Hamas del novembre 2023, ha ricordato il suo rapimento da Kfar Aza, i 55 giorni di prigionia a Gaza, e l’intervento coraggioso di Liri, tornata in libertà il 25 gennaio, 15 mesi dopo il suo sequestro.
Tenuta in catene, segregata, al buio, Soussana ha nuovamente raccontato la violenza sessuale subita nelle prime settimane da ostaggio. Ne aveva già parlato pubblicamente – la prima a farlo – con il New York Times nel marzo 2024. Il suo carceriere la sorvegliava ossessivamente, con continue minacce e allusioni. «Mi sollevava la maglietta con la scusa di controllare le cicatrici, mi accarezzava fingendo preoccupazione», ha raccontato. «Ero costretta a essere gentile con lui, per sopravvivere».
Poi la violenza. Un terrore che Soussana, nell’intervista a Uvda, ha descritto con dolorosa lucidità. «Un giorno mi ha offerto una doccia calda. Sapevo cosa sarebbe successo. Mi ha minacciata con una pistola, mi ha trascinata in camera, mi ha picchiata. E poi l’orrore».
Dopo tre settimane di prigionia solitaria, Soussana era stata trasferita in una casa con altri ostaggi. Qui l’inizio di un nuovo orrore con le torture subite perché scambiata per un ufficiale dell’esercito, interrotte solo grazie all’intervento di Albag. «Liri è una forza, è qualcosa di speciale», ha dichiarato Soussana.
Durante il programma, i giornalisti di Uvda hanno evidenziato come questa testimonianza dia un quadro inquietante del trattamento riservato ai soldati israeliani ancora prigionieri di Hamas. «Noi ostaggi ci siamo fatti un giuramento: se uno di noi fosse stato liberato, non avremmo mai smesso di lottare per il rilascio degli altri. Oggi mantengo quella promessa condividendo la mia storia, per quanto dolorosa sia. Rimanere in silenzio sarebbe ancora più difficile», ha concluso Soussana. Domani, secondo gli accordi tra Israele e Hamas, dovrebbero essere rilasciati altri tre sequestrati. Dei 90 ostaggi ancora prigionieri a Gaza, 33 devono essere liberati nella prima fase dell’intesa. Ad oggi 10 donne sono state liberate.