ISRAELE – Agam, Arbel e Gadi liberi

Hanno passato 482 giorni prigionieri dei terroristi di Hamas, ma ora gli israeliani Agam Berger, Arbel Yehud, e Gadi Mozes sono finalmente liberi. Un paese intero li abbraccia e li festeggia. Con loro sono stati rilasciati anche cinque cittadini thailandesi. I terroristi di Hamas e Jihad islamica il 7 ottobre hanno rapito anche loro mentre lavoravano nei campi vicino al confine con Gaza. «Siamo commossi fino alle lacrime per il ritorno di Agam, Arbel e Gadi e dei cinque cittadini thailandesi», ha commentato il presidente d’Israele Isaac Herzog. «Da un anziano di 80 anni a una giovane ragazza di 20, hanno sopportato tutti l’inferno con un coraggio e sono finalmente riuniti alle loro meravigliose famiglie e ai loro cari»; ha aggiunto Herzog, condannando «le scene di abusi e terrore nei confronti degli ostaggi durante il trasferimento alla Croce Rossa».
La prima a ricevere l’abbraccio della sua famiglia è stata Agam, soldata di vent’anni, rapita il 7 ottobre dalla base militare di Nahal Oz, assieme ad altre quattro ragazze, liberate sabato scorso. «Siamo qui e non ti lasceremo mai più. Mai più», l’ha rassicurata la madre, Merav Berger, durante il loro primo incontro. «Ti aspettiamo», le hanno urlato di gioia al telefono parenti e amici dalla casa di Holon, nel centro d’Israele.
Dopo Agam, costretta a partecipare al circo mediatico organizzato da Hamas per il suo rilascio tra le macerie di Jabalia, sono arrivate un’ora dopo le crude immagini della liberazione di Yehud, 29 anni, e Mozes, 80 anni, entrambi del kibbutz Nir Oz e ostaggio del gruppo Jihad islamica. Spintonati e pressati da un cordone di terroristi armati e una massa di civili palestinesi a Khan Younis, i due hanno raggiunto a fatica l’auto della Croce Rossa. «Considero con la massima severità le scene scioccanti durante la liberazione dei nostri ostaggi. Questa è un’ulteriore prova dell’inconcepibile brutalità dell’organizzazione terroristica di Hamas», ha commentato il primo ministro Benjamin Netanyahu. «Chiedo che i mediatori si assicurino che scene così terribili non si ripetano e garantiscano la sicurezza dei nostri ostaggi», ha aggiunto Netanyahu.
Dopo il rientro in Israele, gli ostaggi hanno incontrato i famigliari più stretti e, dopo aver ricevuto le prime cure, sono attesi in diversi ospedali del paese per ulteriori accertamenti. All’ospedale Beilinson di Petach Tikva, Agam sarà accolta dalle quattro amiche liberate sabato. «Ora Agam – e noi con lei – può iniziare il suo processo di riabilitazione», ha commentato la famiglia Berger in un messaggio di gratitudine alle forze di sicurezza e al paese per il sostegno ricevuto. «Ma questo processo non sarà completo finché tutti i rapiti non torneranno alle loro case». Sono 82 gli ostaggi ancora prigionieri a Gaza, di cui 23 è previsto siano rilasciati nella prima fase dell’accordo tra Israele e Hamas. Nell’intesa, oltre alla tregua dei combattimenti, rientra la scarcerazione di centinaia di detenuti palestinesi dalle prigioni israeliane. Dopo le immagine arrivate da Khan Younis, Gerusalemme ha ritardato la liberazione del gruppo di detenuti previsto per oggi, chiedendo rispetto per gli ostaggi israeliani.