ISRAELE – L’attesa per gli ostaggi Yarden, Keith e Ofer

Tra gioia e preoccupazione, Israele attende il ritorno a casa degli ostaggi Yarden Bibas, Keith Siegel e Ofer Calderon. Sono loro i tre nomi indicati da Hamas per il rilascio previsto per domani e parte dell’accordo tra Israele e il gruppo terroristico.
«Grazie a Dio, oh mio Dio, che mattinata perfetta», ha commentato sui social il sedicenne Sahar Calderon, figlio di Ofer. Insieme al padre e al fratello minore Erez, 12 anni, Sahar era stato sequestrato dai terroristi nel kibbutz Nir Oz il 7 ottobre 2023. I due ragazzi erano stati liberati nel primo accordo tra le parti nel novembre 2023. Ora, dopo 484 giorni di attesa, potranno finalmente ricongiungersi con il padre Ofer, 54 anni.
Anche Shir Siegel potrà domani riabbracciare il padre Keith, 65 anni, cittadino statunitense originario della Carolina del Nord, rapito il 7 ottobre insieme alla moglie Aviva nel kibbutz Kfar Aza. Aviva era stata liberata nel novembre 2023. «Papà sta arrivando, papà sta arrivando. È nella lista», ha affermato commossa Aviva, ripresa dalla figlia poco dopo aver saputo della liberazione del marito.
Molto più complicato è invece il rientro a casa di Yarden Bibas. La moglie Shiri e i due figli, Ariel, 5 anni, e Kfir, 2 anni, sono ancora nelle mani di Hamas e si teme il peggio per loro. Israele non ha confermato ufficialmente la loro morte, ma ha espresso «grave preoccupazione» per la loro sorte. I parenti dei Bibas hanno lanciato una appello ai media e all’opinione pubblica israeliana: «Per favore, proteggete il cuore di Yarden e rispettate la nostra privacy»,
Dall’entrata in vigore dell’intesa con Hamas la scorsa settimana, sono stati rilasciati dieci ostaggi israeliani su 33 previsti in questa prima fase. 25 sono in vita mentre, 8 non lo sono più, hanno reso noto le autorità israeliane. Ai primi, secondo i termini dell’accordo, è stata data la precedenza. Tra loro c’era l’ex soldata Liri Albag, liberata sabato scorso. «Sono finalmente riuscita a riunirmi alla mia famiglia… ma la nostra lotta non è finita e non smetterò di lottare finché non saranno tutti a casa», ha scritto la giovane in un post su Instagram. «Voglio che continuiamo a rimanere uniti perché insieme nulla può spezzarci. La nostra unità e la nostra speranza spaventano i nostri nemici, stupiscono i nostri cari e li confortano. Spero che tutti rivedano la luce», ha concluso Albag.