TERAMO – Umberto Adamoli, il podestà “Giusto”

Salvò la vita ad alcune decine di ebrei rifugiati a Teramo nel periodo della persecuzione nazifascista. Per questa ragione l’allora podestà della città abruzzese Umberto Adamoli è stato insignito del titolo di “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme.
Deliberato dalla commissione dei Giusti nel dicembre del 2023, il riconoscimento è stato conferito ai discendenti dell’uomo nel corso di una cerimonia svoltasi al Parco della scienza di Teramo su iniziativa dell’ambasciata israeliana, in collaborazione con prefettura e amministrazione locale.
Adamoli, è stato ricostruito, fornì assistenza e informò i diversi nuclei ebraici circa i pericoli più gravi per la loro incolumità, aiutandoli a mettersi in salvo nei momenti critici. Atti di coraggio confermati pochi mesi dopo dagli stessi salvati in una lettera di ringraziamento all’ormai ex podestà.
«Lo Stato d’Israele ha assunto il supremo dovere morale di preservare anche la memoria delle persone che, in quegli anni, nel mezzo dell’ora più buia, non sono rimaste indifferenti alle ingiustizie, alla sofferenza umana e al dolore», ha dichiarato l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled durante l’evento. «Per questo motivo oggi siamo tutti qui riuniti per onorare la memoria di Umberto Adamoli che, con la sua scelta, ha portato numerose famiglie alla salvezza». Secondo Marco Marsilio, il presidente dell’Abruzzo, «la sua storia è un esempio straordinario di integrità morale e responsabilità civile» e «deve continuare a ispirare le nuove generazioni». Altri hanno parlato di lui come “l’Oskar Schindler d’Abruzzo”.
Adamoli era nato nel 1878 a Teramo. Dopo aver intrapreso la carriera militare nella Guardia di Finanza, nel 1931 fu fu nominato podestà nel comune di Siri (TE) e assunse poi questo ruolo nella sua città natale a partire dal 1939 e fino al crollo del regime. In quegli anni si distinse non solo per l’aiuto agli ebrei braccati, molti dei quali provenienti da Trieste, ma anche per essersi rifiutato di ordinare la rappresaglia di civili da parte dei nazisti dopo che nella località montana di Bosco Martese partigiani e soldati tedeschi si erano fronteggiati in campo aperto in uno dei primi atti della Resistenza. Adamoli si offrì in ostaggio alle SS ed evitò una strage. Nel Giorno della Memoria del 2024 il coraggio di Adamoli era stato già celebrato con un’iniziativa a Roma presso la caserma “Gen. B. Sante Laria”, con l’intervento del comandante della Guardia di Finanza Andrea De Gennaro e della presidente Ucei Noemi Di Segni. Ieri a Teramo c’era anche una rappresentante della Comunità ebraica triestina, Daniela Misan, che ha letto un messaggio del presidente Alessandro Salonichio in cui si esprimono «gratitudine e ammirazione» per quelle scelte di vita in un tempo di morte.