DAI GIORNALI DI OGGI – Bokertov 3 febbraio 2025
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu è in arrivo a Washington dove domani incontrerà il presidente Usa Donald Trump. L’incontro, scrivono i quotidiani, sarà cruciale per discutere la tregua a Gaza, la sua ricostruzione e il futuro dell’Autorità nazionale palestinese, con il nodo irrisolto del futuro di Hamas, che né Israele né Stati Uniti vogliono vedere al potere. Sullo sfondo, spiegano Stampa e Giornale, c’è anche la minaccia iraniana, che per Netanyahu resta centrale, e una possibile normalizzazione dei rapporti con l’Arabia Saudita. Riad chiede però uno stato palestinese, opzione esclusa al momento dal governo di Gerusalemme.
Sul breve termine, Netanyahu e Trump discuteranno della seconda fase dell’intesa per la tregua a Gaza. Il presidente Usa, scrive Repubblica, vorrebbe una conclusione veloce della guerra, mentre Netanyahu «vuole riservarsi la possibilità di riprendere i combattimenti con l’obiettivo di smantellare Hamas (evitando anche una crisi di governo)». Chi vuole che sia implementata la fase due è Einav Zangauker, madre dell’ostaggio Matan. Per la prima volta Zangauker ha lasciato Israele, riporta il Corriere, proprio per far sentire alla Casa Bianca la sua voce a favore del completamento dell’intesa tra Israele e Hamas. Solo così, afferma, potrà riabbracciare suo figlio, da oltre 15 mesi in mano ai terroristi palestinesi.
Il Corriere della Sera ricorda le difficili 48 ore di Yarden Bibas, tornato dopo 484 giorni in libertà, ma senza poter riabbracciare la moglie e i due figli, ancora prigionieri dei terroristi di Hamas. La famiglia lo protegge e in una nota ha fatto sapere che «sta bene, è forte e incredibile». Ma i media israeliani ricostruiscono le torture che Yarden ha dovuto subire sia fisiche sia psicologiche. I suoi carcerieri, dopo avergli detto che moglie e figlie erano stati uccisi in un bombardamento israeliano – dato non confermato da Israele– «gli parlavano incessantemente della sua famiglia, per aumentare pena e sofferenza».
Su La Stampa Domenico Quirico riflette sul significato della messinscena che Hamas fa ogni volta che libera ostaggi israeliani: «È una prova di controllo del territorio e di resistenza. Ai jihadisti non interessa il pubblico occidentale, piuttosto quello arabo ed ebraico».
Ufficialmente la kenyota Alice Wairimu Nderitu, 57 anni è ancora Consigliera speciale per la Prevenzione dei Genocidi, ma è di fatto stata messa da parte dal segretario generale Antonio Guterres almeno da novembre 2024, scrive Libero. Il motivo è il rifiuto di Nderitu di accusare Israele di genocidio a Gaza. «Sono stata perseguitata, giorno dopo giorno, bullizzata, braccata, senza la protezione di nessuno», ha spiegato Nderitu in un’intervista. «In altre guerre noi non tifiamo per una delle due parti», ha sottolineato la Consigliera, denunciando le distorsioni dell’Onu sul conflitto a Gaza.
La polizia israeliana ha avviato un’indagine sulla moglie di Netanyahu, Sara Ben-Artzi, 66 anni, perché sospettata di intralcio a testimoni nel processo a carico del marito, accusato di corruzione, frode e abuso di ufficio, racconta il Giornale. Da quando è sotto indagine, prosegue il quotidiano, «la première dame è in Florida con il figlio» e non è tornata in Israele.
«La famosa “neutralità e indipendenza” della Croce rossa internazionale è andata in frantumi a Gaza», titola il Foglio, pubblicando la traduzione di un articolo di Gerald Steinberg, direttore di Ngo Monitor, sul sito Quillette. Per Steinberg la Croce rossa ha fallito nel tutelare gli ostaggi israeliani in questi 15 mesi di guerra e preso posizione solo contro Israele. Nell’articolo si ricorda come l’attuale direttore generale della Croce rossa sia Pierre Krähenbühl, «importante figura politica in Svizzera che fino al 2019 è stato a capo dell’Unrwa, l’agenzia dell’Onu per i profughi palestinesi».
A tre settimane dal voto in Germania, i sondaggi danno l’estrema destra dell’Afd saldamente al secondo posto (23%). Il suo sdoganamento preoccupa una parte dell’opinione pubblica tedesca: in 200mila, riportano Repubblica e Stampa, sono scesi in piazza Berlino per manifestare contro l’Afd. Dal palco è intervenuto anche l’opinionista ed ex politico della Cdu, Michel Friedman, descritto da Repubblica come «figura di spicco della comunità ebraica tedesca». Friedman ha protestato contro la Cdu per la recente collaborazione con l’Afd, definito come «il partito dell’odio».
Alla vigilia del suo intervento al Summit internazionale sui Diritti dei Bambini, intitolato Amiamoli e proteggiamoli, Liliana Segre parla con la Stampa. Il giornalista apre l’intervista chiedendo a Segre «Che effetto le fa la Germania alla mercé dei neonazisti di Afd?» «Vuole che le dica il mio pensiero, o vuole che le mostri il numero che ho tatuato sul braccio per la colpa di essere nata?», la replica di Segre.