LIBRI – Tanti partiti, tante emozioni

Paura, disgusto, risentimento e amore per la propria nazione sono le quattro emozioni chiave, scrive la sociologa franco- israeliana Eva Illouz, della politica populista contemporanea. Nel suo saggio Emozioni antidemocratiche (Castelvecchi), come dice il sottotitolo, Illouz prende come esempio Israele. Un paese, spiega la sociologa, nato dal sogno sionista, ma anche dall’esperienza storica della persecuzione e su cui pende una costante minaccia esistenziale.
Illouz descrive Israele come una «democrazia securitaria», un tipo di stato dove la sopravvivenza è l’elemento chiave del funzionamento del paese. Questo modello è nato dalla vulnerabilità geografica e dalla costante opposizione araba al progetto sionista. Per Illouz, in Israele la sicurezza non è solo una preoccupazione ma una visione del mondo, che modella cultura, morale e azione politica. Anche per questo la paura è un bacino a cui i politici possono attingere facilmente. E, si legge nel libro, il più abile a farlo è stato Benjamin Netanyahu, il più longevo primo ministro d’Israele. «Intuendo che il nucleo dell’anima israeliana è la paura, Netanyahu ha perfezionato la formula inventata dai suoi predecessori laburisti (arabi = Shoah). Di quella consapevolezza ha fatto un uso incessante, manipolativo, non per l’interesse collettivo, ma per i propri interessi elettorali», scrive Illouz. L’autrice critica in particolare Netanyahu per aver creato alleanze con politici dell’estrema destra come Itamar Ben-Gvir.
«Questi leader adottano una retorica violenta e suprematista che distrugge il tessuto morale della società israeliana». La critica in Emozioni antidemocratiche si estende anche al ruolo della sinistra progressista, che, secondo Illouz, ha ricodificato i problemi sociali in lotte morali, contribuendo alla polarizzazione politica. Questo approccio ha trasformato il terreno politico in un campo di battaglia, dove emozioni come paura, disgusto, risentimento e amore per il proprio gruppo creano una moralità di esclusione e autocelebrazione. Un tema sviluppato in un altro volume uscito in Francia, L’8 ottobre. Genealogia dell’odio virtuoso, in cui la sociologa denuncia l’antisemitismo di sinistra e il tentativo di nasconderlo dietro una maschera etica e di sostegno ai palestinesi.
Tornando a Emozioni antidemocratiche, il saggio conclude esplorando il tema dell’universalismo e della fraternità. «Alcuni parlano di fraternità in termini di cooperazione e di responsabilità condivisa. Ma la fraternità è prima di tutto un orientamento emotivo benevolo verso altri che non sono necessariamente membri del proprio gruppo primario», spiega Illouz. Sposare questo concetto all’universalismo, per secoli condiviso dall’ebraismo, per la sociologa è una delle soluzioni per arginare le spinte antidemocratiche.