ROMA – Sinistra per Israele a Congresso: Lavoriamo per equilibrio

Nel fine settimana è in programma a Roma il Congresso nazionale di Sinistra per Israele. Due giornate di confronto attendono la storica associazione, formatasi in seguito all’abbandono di Israele da parte di una componente importante della sinistra dopo la Guerra dei sei giorni. 

Sinistra per Israele è da poco tornata in scena con la diffusione di un manifesto e l’istituzione di varie sezione locali. Il lavoro non è finito, ha fatto capire il suo presidente Emanuele Fiano nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Montecitorio. Per l’ex parlamentare del Pd, è essenziale che la sinistra italiana «riconosca due ragioni in quella regione martoriata: due diritti, non un diritto e un torto; senza la soluzione dei due stati due popoli non ci sarà mai una pace». Dal 7 ottobre in poi, ha rivendicato Fiano, «abbiamo lavorato affinché non si perdesse mai la misura, svolgendo una critica al governo Netanyahu e una critica radicale al terrorismo islamico; ci sentiamo figli della stagione di Oslo».

Magiar: rafforziamo cooperazione

Victor Magiar, del coordinamento nazionale, ha dichiarato che l’impegno dell’associazione è volto a garantire «una posizione di equilibrio», perché schierarsi «per tifoserie» è ritenuto un danno «per la società e per la pace in Medio Oriente». Secondo Magiar, l’Europa e la sinistra «devono aiutare il dialogo» tra israeliani e palestinesi e «ricostruire il tessuto di cooperazione». Per lasciare un segno sarà però necessario «abbandonare le parole malate che stanno affondando il dibattito», ha chiarito Magiar. Aurelio Mancuso, coordinatore della sezione romana di Sinistra per Israele, ha espresso l’ambizione di «aprire un dialogo sempre più stringente dentro la sinistra». Anche con soggetti «come l’Anpi» in vista del 25 Aprile. Al riguardo Mancuso ha specificato: «Dialogare non significa essere d’accordo, ma è necessario: si tratta di un possibile canale di comunicazione e con il tempo forse porterà dei risultati». La sinistra italiana «deve essere inclusiva e consapevole: bisogna decostruire gli stereotipi», ha affermato Ludovica De Benedetti, coordinatrice della sezione torinese. «Riconoscere il diritto di Israele a esistere e a esistere in sicurezza è di sinistra». Israele «è l’unico paese in cui io, gay, potrei vivere in Medio Oriente», ha sottolineato il senatore di Italia Viva Ivan Scalfarotto. «Siamo critici verso Netanyahu, ma non dimentichiamo che Israele è una democrazia in cui è possibile dissentire». C’è tanto lavoro da fare, ha convenuto Scalfarotto, perché il dibattito a sinistra su Israele «è oggi appassionato, ma non sempre sano».

Gli ospiti del Congresso

Durante i lavori del Congresso, Sinistra per Israele punta ad affrontare «i drammatici sviluppi del conflitto arabo-israeliano dopo il 7 ottobre, la guerra di Gaza, il conflitto con Hezbollah, il coinvolgimento dell’Iran e ora anche le recentissime evoluzioni in Siria, con la caduta del regime». Un quadro che l’associazione definisce «di grandissima preoccupazione e in continua evoluzione, in un contesto sociale che vede da mesi crescere nel mondo l’allarme antisemitismo e in un quadro politico italiano che richiede, sicuramente a sinistra, un’analisi priva di pregiudizi sul conflitto mediorientale». Si collegherà all’iniziativa Yair Golan, il leader dei democratici israeliani. Tra gli ospiti annunciati da Fiano ci saranno voci «del partito laburista britannico e del partito socialdemocratico tedesco; abbiamo invitato inoltre l’ambasciatore d’Israele a Roma e una rappresentanza palestinese». Parteciperà al Congresso anche Daniel Cohn-Bendit, l’ex parlamentare europeo noto per le sue battaglie ecologiste.

a.s.