ISRAELE – «Ostaggi affamati intenzionalmente». Il governo si rivolge all’Onu

Alle 20 (le 19 in Italia), il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, di ritorno da una visita negli Stati Uniti durata una settimana anziché cinque giorni come inizialmente previsto, presiederà una riunione del gabinetto di sicurezza per discutere l’apertura di una commissione di indagine sugli eventi del 7 ottobre 2023, una scelta fin qua rifiutata dal capo del governo. Lunedì all’ordine del giorno ci sarà l’accordo in corso di esecuzione per la liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas in cambio della scarcerazione di migliaia di detenuti palestinesi. Le palesi condizioni di sofferenza fisica e psichica subita dai tre sequestrati – Eli Sharabi, Ohad Ben Ami e Or Levy – che Hamas ha consegnato sabato scorso alla Croce Rossa Internazionale hanno scioccato Israele e il mondo ebraico. L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha chiesto al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, di condannare senza mezzi termini il trattamento disumano degli ostaggi da parte di Hamas e di chiedere il rilascio incondizionato di tutti gli altri sequestrati da quello che ha definito «l’inferno a Gaza». «Non è il popolo di Gaza o gli agenti di Hamas che soffrono di malnutrizione: sono i nostri ostaggi a patire la fame», ha scritto Danon.
Rivolta a 103 FM Radio, la dottoressa Einat Yehene, responsabile per la riabilitazione del Forum delle famiglie degli ostaggi, ha parlato di «torture fisiche e mentali che al momento non vediamo». Yehene ha anche sottolineato come i tre uomini siano stati intenzionalmente affamati: «Sappiamo che gli ostaggi si trovavano in luoghi dove c’erano aiuti umanitari. Il drastico calo di peso potrebbe aver danneggiato i loro sistemi e, come sappiamo dagli ostaggi liberati che sono già tornati, può causare danni al cuore e portare a un collasso del corpo». Il trattamento disumano subito dagli ultimi tre uomini liberati ha spinto il Forum degli ostaggi a scendere in piazza per chiedere al governo Netanyahu di ottenere la liberazione immediata e contestuale degli altri sequestrati.