MEMORIA – L’Italia ebraica ricorda Palatucci a 80 anni dalla morte

Il 10 febbraio del 1945, 80 anni fa, moriva a Dachau Giovanni Palatucci. Il questore di Fiume, “Giusto tra le Nazioni” dal 1990, è stato commemorato nelle scorse ore in numerose iniziative su tutto il territorio nazionale. Nel Comune calabrese di Palmi (RC), tra gli altri, è stata svelata una targa ed è stato piantato un albero di ulivo. Una scelta elogiata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che in una nota esprime gratitudine per il gesto del sindaco e del questore, delle autorità civili e militari e di tutti i cittadini intervenuti alla cerimonia. A Palmi, si ricorda nel messaggio, ha sede l’unica Sezione ebraica della Comunità di Napoli in Calabria, la cui giurisdizione si estende a tutto il Meridione d’Italia.
La storia di Palatucci «merita la massima attenzione per gli insegnamenti che se ne possono trarre», sottolinea l’Ucei. Nei mesi più bui, il questore “Giusto” «si prodigò per portare aiuto dapprima agli ebrei stranieri che chiedevano di poter entrare in Italia attraverso il valico di Fiume», per poi dedicarsi dal 1938, a seguito della promulgazione delle leggi razziste, «anche alla drammatica situazione dei cittadini italiani ebrei oggetto di pesanti discriminazioni». Atti di coraggio pagati «con la deportazione» e la morte. Per l’Ucei, la sua vicenda deve costituire un monito «specie in tempi bui come quelli che stiamo vivendo» e «il senso profondo della giustizia e della legalità devono sempre prevalere sul male».
Disegni (Torino): Vigiliamo contro l’odio di oggi
Un albero d’ulivo è stato piantato anche nel Comune Nizza Monferrato, in provincia d’Asti, nel corso di una iniziativa alla quale è intervenuto anche il presidente della Comunità ebraica torinese Dario Disegni. «La straordinaria opera di salvataggio di molti ebrei effettuata da Giovanni Palatucci», ha dichiarato Disegni, «ci ricorda che negli anni tragici dell’occupazione nazifascista e della Shoah, di fronte alla macchina di sterminio nazista, nel momento più buio dell’umanità, vi sono state persone rette e virtuose che, a rischio della vita propria e dei propri familiari, hanno saputo riportare la luce». È una lezione ancora valida, ha proseguito Disegni, esortando a «vigilare con grande attenzione affinché i fantasmi di un passato che ha prodotto la tragedia della Shoah non trovino spazio nelle coscienze dei cittadini e dei giovani, che di quelle terribili vicende non hanno memoria e consapevolezza, specie ora che i testimoni diretti degli orrori della Shoah stanno scomparendo uno dopo l’altro». Gli studenti di un istituto comprensivo locale hanno letto e poi appeso ai rami dell’ulivo alcune loro riflessioni.
Calimani (Venezia): Mantenere la pace è la sfida
A Venezia l’appuntamento è stato davanti alla targa in memoria di Palatucci nel giardino della Comunità ebraica cittadina, dove il prefetto Darco Pellos e il questore Gaetano Bonaccorso sono stati accolti dal presidente della Comunità Dario Calimani, dal vicepresidente Paolo Navarro Dina e dal rabbino capo Alberto Sermoneta. Agli alunni di una scuola elementare presente, Calimani ha spiegato l’importanza dell’unità e dei gesti di amicizia, definendoli «molto più difficili da realizzare rispetto a quelli di inimicizia». Calimani si è soffermato anche sul valore della pace, sostenendo: «Prima ancora di ristabilirla, andrebbe mantenuta: ma non è un compito facile». Il questore dal suo canto ha posto l’attenzione «sulle scelte che ognuno di noi deve compiere nella vita» e sul fatto che «ci si deve sempre chiedere se ciò che stiamo facendo è la scelta migliore» nei confronti del prossimo, di chi ci troviamo di fronte.
(Nell’immagine: la cerimonia di Palmi)
a.s.