ROMA – Le mappe di IN-ITALJA per raccontare l’Italia ebraica

Da quasi un anno e mezzo un gruppo di storici e ricercatori di varie università italiane sta lavorando alla realizzazione di un atlante digitale denominato IN-ITALJA (Interrelations in Italian Jewry Atlas), dedicato ai flussi della presenza ebraica nel paese dal Medioevo all’età moderna. I focus sono quattro: mobilità, economia, cultura e interrelazioni.
Quest’ultimo aspetto sarà valorizzato nel corso di una giornata di studio in programma all’Università La Sapienza di Roma giovedì 13 febbraio, nei locali del dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte e Spettacolo, dove alcuni esperti della materia parleranno di “interrelazioni” tra ebrei e cristiani attraverso “questioni, percorsi e ricerche”. Tra i vari temi si discuterà anche di modelli di matrimonio a confronto e di unioni “proibite”.
«L’iniziativa è anche un’occasione per fare il punto sul progetto, per tirare un po’ le fila», annuncia la storica Serena Di Nepi dell’ateneo romano. Sarà lei a inaugurarla insieme ai suoi colleghi Fernanda Alfieri (Università di Bologna) e Germano Maifreda (Università di Milano). «In Italia gli studiosi della materia non sono molti. Questo progetto ha il merito di tenerli insieme, di farli lavorare in squadra, ancorandoli a un approccio spaziale. I risultati sono di grande interesse. Le mappe di IN-ITALJA fotografano la presenza ebraica da un punto di vista economico, culturale e sociale, ricostruendo spaccati di vita riferiti non soltanto alle città e ai ghetti più conosciuti».
Nell’atlante confluisce l’esperienza di tre progetti di rilevante interesse nazionale finanziati dal ministero dell’Università e della Ricerca. Il tutto, sottolinea Maifreda, «all’insegna di un forte investimento nel digitale, grazie ai linked open data: non ci sarà bisogno di conoscere il sito per raggiungerci». Maifreda è professore di Storia economica. Attraverso l’atlante, racconta, «mostreremo come gli ebrei, un gruppo sociale di minoranza, svilupparono capacità di relazionarsi anche fuori dal loro gruppo di riferimento; quest’apertura è alla base della nascita dei mercati moderni, fondati come quelle relazioni sul sentimento della fiducia».

(Nell’immagine: una ketubbah italiana del ‘700, conservata alla biblioteca nazionale d’Israele)

a.s.