MILANO – Un Sefer Torah in ricordo dei soldati caduti

Negli uffici dell’azienda a Milano, la famiglia Meghnagi ha realizzato un piccolo tempio dove alcune persone si riuniscono per pregare durante la settimana. «In genere al massimo siamo una ventina di persone. È un luogo piccolino. Ieri però nel corso della giornata son passate centinaia di persone». Tutte venute per celebrare l’ingresso di un nuovo Sefer Torah, racconta Walker Meghnagi, presidente della Comunità ebraica di Milano. Un Sefer particolare perché dedicato alla memoria di 840 soldati caduti in Israele dall’inizio della guerra contro Hamas. «L’idea è venuta a mio figlio Michael circa otto mesi fa. Era un momento particolarmente delicato del conflitto e voleva dare un segnale di vicinanza a Israele. Così, assieme ai partner della società, la famiglia Della Rocca e Naman di Roma e Israilovici di Milano, abbiamo realizzato la dedica». Sul Tik, la custodia rigida che protegge il rotolo della Torah, sono incisi i nomi dei soldati caduti all’interno di altrettante stelle di David. «Purtroppo a quella lista sarebbero da aggiungere altri sei nomi. Speriamo non aumenti ancora», commenta Meghnagi. La cerimonia di ieri – in ebraico Hachnasat (ingresso) Sefer Torah – è stata un momento sia di commemorazione sia di gioia, aggiunge il presidente. «L’atmosfera era indimenticabile: si respirava un senso di unità e condivisione. Molte persone presenti hanno avuto l’onore di contribuire alla scrittura del Sefer, anche inserendo solamente un piccolo punto. È stato un momento profondo e toccante».
Ogni Sefer Torah è scritto a mano da un sofer stam (scriba specializzato) su pergamena kasher, utilizzando un inchiostro speciale e una penna d’oca. Tutto deve essere casher, ovvero conforme alle regole della Legge ebraica. Composto da 304.805 lettere, il rotolo deve essere scritto con estrema precisione. Ogni lettera ha una forma codificata e deve essere tracciata senza interruzioni, nel rispetto delle regole della calligrafia ebraica. Spesso, al termine della scrittura, si organizza una cerimonia sotto la guida del sofer per permettere ai membri della comunità di completare l’ultima parte del testo, scrivendo almeno un punto o una lettera. Un gesto simbolico che rappresenta l’unità del popolo d’Israele, poiché ogni ebreo è idealmente connesso alle lettere della Torah, ricorda Meghnagi. «Nel nostro ufficio, ieri pieno di vita e movimento, le persone si sono ritrovate, hanno condiviso, hanno dimostrato quanto sia forte la nostra solidarietà. Il via vai nei corridoi è stato un segno di una comunità viva e coesa, consapevole dell’importanza di sostenere chi combatte per la nostra libertà e la nostra democrazia». Durante la cerimonia è stata organizzata una raccolta fondi per aiutare le famiglie dei caduti.