LA FOTONOTIZIA

Da Israele alla Diaspora, i 500 giorni di prigionia degli ostaggi a Gaza sono stati al centro di varie iniziative.
Nella città inglese di Brighton e Hove, l’associazione Yellow Ribbon ha esposto in una piazza un’installazione con un finto muro di cemento sul quale erano riportate 500 righe tracciate di nero, come i giorni in cui gli ostaggi stanno mancando all’affetto delle proprie famiglie e dei propri cari. «Cinquecento giorni incatenati nei tunnel, affamati, sputati, appesi per le gambe, strangolati, picchiati con cavi. Cinquecento giorni trascorsi a rischio della vita», ha dichiarato Adam Ma’anit, il cui cugino Tsachi Idan è nella lista dei 33 ostaggi di cui è stata annunciata la liberazione nella prima fase della tregua. «Ogni singolo ostaggio deve tornare a casa adesso. Mio cugino deve tornare dalla sua famiglia».