SPORT – La diplomazia del pedale unisce Emirati e Israele

Emirati Arabi Uniti e Israele hanno firmato il loro “accordo di Abramo” nel settembre del 2020. Ma qualche segno di “distensione” tra i due paesi si era già registrato alcuni mesi prima, in febbraio, quando l’unica squadra professionistica israeliana di ciclismo aveva partecipato alla seconda edizione dell’UAE Tour. Diplomazia dello sport, ci fu chi scrisse allora. In ogni caso da quell’anno la Israel-Premier Tech (IPT), che allora si chiamava Israel Start-Up Nation, è una presenza fissa alla manifestazione sportiva emiratina. Quest’anno con un valore aggiunto ulteriore, visto che nella settima edizione della corsa in svolgimento in questi giorni, con arrivo previsto per domenica ad Abu Dhabi, è capitanata per la prima volta da un atleta israeliano. Si tratta del campione nazionale Oded Kogut, 24 anni, detentore del titolo sia nella prova in linea che in quella a cronometro. Una presenza che non è passata inosservata, salutata con amicizia tra gli altri da Aref Hamed Al Awani, segretario generale dello Abu Dhabi Sports Council, che ha posato con il ciclista per una foto emblematica della normalizzazione dei rapporti.
«Abbiamo gareggiato qui per la prima volta cinque anni fa, sei mesi prima che Israele e gli Emirati Uniti firmassero gli Accordi di Abramo. Già allora abbiamo ricevuto un caloroso benvenuto e ricordo i bambini in fila per prendere una bottiglietta d’acqua con la scritta Israele», ha dichiarato in una nota il proprietario del team israeliano, l’imprenditore e mecenate Sylvan Adams. Per Adams, «la nostra presenza qui, con maglie biancazzurre a rappresentare Israele in un paese arabo, simboleggia l’amicizia, l’unità e il potenziale dello sport nell’unire le persone».

(Foto: Israel-Premier Tech)