ANTISEMITISMO – Presentata al governo la nuova strategia

Scenario, formazione, tangibilità, protezione, comunicazione. Sono le cinque “direttrici strategiche della prevenzione e del contrasto” al centro della nuova strategia per la lotta contro l’antisemitismo sviluppata sotto la guida del coordinatore nazionale per il contrasto all’odio antiebraico, il generale Pasquale Angelosanto (nell’immagine). Nel documento, realizzato per conto del governo, si denuncia l’emergere in Italia di «un pregiudizio antisemita strisciante, che si ripropone soprattutto facendo leva sul difetto di conoscenza di una parte della pubblica opinione».
La precedente strategia, realizzata dall’allora coordinatrice nazionale Milena Santerini, fu approvata nel gennaio del 2021 dal governo presieduto da Mario Draghi. Secondo Angelosanto, era tempo di elaborarne una nuova sia perché sono trascorsi alcuni anni da allora, sia per l’impennata di episodi di antisemitismo successiva al 7 ottobre e collegata alle vicende mediorientali.
La strategia, sottoposta all’attenzione dell’esecutivo, punta a contrastare l’antisemitismo combinando varie azioni. In primis, si afferma, l’obiettivo è procedere con la ricerca e la raccolta di dati e analisi «per definire il quadro di situazione e le sue matrici, tenerlo costantemente aggiornato, per il decisore politico, integrarlo e comunicarlo». Quindi si punta ad agire sulla formazione «nella scuola a tutti i livelli, nelle università e nel mondo dello sport e del lavoro». E ancora, a valorizzare la cultura della memoria «attraverso l’individuazione di percorsi significativi e commemorazioni» e a rafforzare la tutela delle Comunità ebraiche nelle loro varie espressioni «di vita e culto», riservendo infine «attenzione massima alla dimensione digitale, coinvolgendo gli altri Stati, la Commissione europea, i grandi gestori e le istituzioni che assicurano monitoraggio e formazione».

Sicurezza e ordine pubblico

Il tema della sicurezza è centrale nella road map della nuova strategia. «Se da un lato il supporto fornito dalle istituzioni italiane è aderente alle maggiori esigenze di sicurezza e può essere considerato un modello in campo europeo», si enuncia, dall’altro «la crescita della minaccia richiede interventi complessivi di più ampio spettro che superino i contingenti, benché puntuali, interventi». In questo senso, viene spiegato, la lotta all’antisemitismo è da ritenersi un fatto di «interesse nazionale» che riguarda tutti i cittadini senza distinzione. Per quanto riguardo gli aspetti di ordine pubblico, specie dal 7 ottobre, nel documento si legge come le manifestazioni contro lo stato di Israele, o legate a questioni che nulla hanno a che fare con il conflitto israelo-palestinese, facciano registrare «espressioni di messaggi antisemiti o di inneggiamento al terrorismo». A titolo di esempio si citano «sventolii di bandiere di Hezbollah, inni ai leader di Hamas, denigrazione di figure simbolo della Shoah», come nel caso di Anne Frank. Nella strategia sono segnalate in tutto 68 azioni da compiere, ritenute strumentali al conseguimento di 22 obiettivi. Il tutto, viene indicato, in una «ragionevole prospettiva quinquennale» costantemente sottoposta alla verifica di un tavolo tecnico di lavoro e del coordinatore stesso.

a.s.