Una Rassegna per due direttrici

Cento anni di vita con qualche novità per La Rassegna Mensile di Israel (ed. Giuntina), una delle più longeve pubblicazioni culturali dell’ebraismo italiano. A un secolo dalla fondazione della gloriosa testata edita dall’Ucei da parte di Alfonso Pacifici e Dante Lattes, che nel 1925 la idearono e strutturarono con l’intento di farne l’inserto mensile del settimanale Israel, da gennaio 2025 la rivista ha una doppia direzione, tutta al femminile.
Con l’inizio del nuovo anno civile le storiche Myriam Silvera e Liliana Picciotto hanno ereditato il timone de La Rassegna dal direttore uscente, rav Gianfranco Di Segni, che firma insieme a rav Angelo Piattelli e ad Amedeo Spagnoletto un ultimo numero dedicato all’opera di Giuseppe Laras (1935-2017) z.l., che per un periodo fu anche direttore della testata. Saranno poi le due studiose, ciascuna con il proprio bagaglio di saperi, a impartire la linea editoriale al prodotto: Silvera è esperta di storia e cultura degli ebrei in età moderna, Picciotto invece di persecuzioni nazifasciste e Shoah.
«Avverto un senso di responsabilità molto grande», spiega Myriam Silvera, coordinatrice didattica del Diploma Universitario Triennale in Studi Ebraici dell’Ucei. «Ho iniziato a occuparmi della rivista nel 1984, scrivendo le recensioni dei libri. Per un periodo mi sono poi dedicata al coordinamento redazionale». Adesso questa nuova sfida, che interpreta con l’obiettivo di portare «la cultura ebraica a essere sempre più protagonista del dibattito pubblico». «La situazione è difficile, inutile nasconderselo», riprende il ragionamento Silvera, che assume la funzione di direttrice responsabile e secondo la quale «è oggi in voga un manicheismo che sempre più falsifica i fatti; e per questo noi tutti dobbiamo sforzarci il più possibile di portare all’attenzione della società italiana la ricchezza della dialettica ebraica, le cui radici sono nel Talmud».
L’antisemitismo è diffuso, aggiunge la neo direttrice, «ma non possiamo limitarci alla denuncia. Non sarebbe abbastanza. Bisogna invece trovare nuove strade per suggerire alternative possibili con un’opera culturale che, in modo mediato, possa contribuire a chiarire alcune situazioni». Tra i punti di forza de La Rassegna, sostiene ancora Silvera, «il fatto che nella nostra redazione ci siano numerosi Italkim, gli italiani d’Israele, che potranno apportare un contributo anche da questa loro particolare prospettiva».
«Nella storia de La Rassegna siamo state precedute da giganti. È un motivo di soddisfazione e al tempo stesso un’eredità pesante», commenta Liliana Picciotto, insignita nel 2023 dal Quirinale della doppia onorificenza di Cavaliere dell’Ordine al merito della Repubblica e di Commendatore per la qualità dei suoi studi sul Novecento. Anche lei concorda sull’importanza di aprirsi di più alla società, non limitandosi al contesto accademico e degli alti studi. «La Rassegna si trova oggi tra gli scaffali delle più autorevoli università del mondo e in tanti centri culturali», spiega Picciotto. «È certo un traguardo notevole, però è un peccato che resti confinata a questo ambito. Dobbiamo cercare di farla conoscere a un pubblico più vasto, ditoglierla dalla nicchia in cui si trova».
L’intento della nuova direzione è di intervenire anche su temi di più stretta attualità, incalza Picciotto: «Non potremo sottrarci a una riflessione approfondita su quel che è successo dal 7 ottobre 2023 a oggi. Né su quello che stiamo vivendo da allora e sul mondo in cui siamo immersi». Sia Picciotto che Silvera concordano sull’idea di valorizzare e rafforzare gli studi sulle questioni legate all’identità di genere più di quanto sia stato fatto finora. Myriam Silvera indica inoltre l’obiettivo di «recuperare il valore del pluralismo, della libertà di coscienza e di espressione, naturalmente a patto che non pregiudichi l’immagine dell’ebraismo».
E Liliana Picciotto conclude: «Sarebbe bello se giovani laureati volessero condividere con La Rassegna le loro tesi e ricerche. Siamo molto interessate a pubblicare studi di valore su temi ebraici».

Adam Smulevich