7 OTTOBRE – Angelica Calò Livnè: La paura a cinque anni
Ofri ha cinque anni. Vive al centro di Israele. Ha vissuto due volte gli attacchi dissennati dell’Iran con i suoi 800 missili, ha conosciuto le sirene e le corse ai rifugi. Mi fa vedere la sua cameretta nel mamad, la stanza blindata della casa. Appartiene a una famiglia di accademici, persone colte, intelligenti, impegnate socialmente. In casa non si parla di guerra, di Gaza, di armi. Non si apre la tv finché i bambini non vanno a dormire. Prima di andare a dormire si raccontano fiabe di fate e prodigi. Per Purim è già pronta la maschera da farfallina azzurra.
Mentre mi mostra la cameretta inizia una conversazione che mi lascia senza parole, senza risposte per molti minuti, fino a che mi riprendo, faccio reset e regolarizzo il respiro.
Ofri: Tu sei mai stata rapita?
Io: Rapita? In che senso?
Ofri: Sì…non ti hanno mai portato via?
Io: No…no, ma perché me lo domandi?
Ofri: Avigail aveva solo tre anni…l’hanno rapita…Tu sai dove l’hanno portata?
Sono sconvolta…non so cosa rispondere, non so se rispondere. I suoi genitori non sono lì. Cosa sa? Da dove scaturiscono le sue domande?
Ofri: Che significa essere in prigionia? Dove tengono le persone in prigionia? Avigail aveva solo tre anni. Dove erano il suo papà e la sua mamma, perché hanno lasciato che la prendessero?
Io: Amore mio, prigionia è quando si chiude qualcuno in un posto senza che lui lo voglia…
Ofri: Perché lo chiudono se non vuole? Dove hanno messo Avigail?
Mi riprendo un attimo. Mi ha completamente disorientata, destabilizzata. Io so sempre cosa rispondere ma ora non trovo le parole, non trovo il coraggio, e non trovo più la mia fantasia senza limiti.
Io: Amore, stai tranquilla, Avigail è già a casa sua. L’hanno ritrovata.
Ofri: (sgrana gli occhi per la sorpresa e la felicità) Evviva, è a casa sua? È tornata da sola da Gaza? Tutta la strada da sola? Lei era a Gaza, lo sai? Tu lo sai dov’è Gaza? È lontana da qui?
Io: Sì, è molto lontana! Il suo papà e la sua mamma hanno riportato a casa Avigail
Ofri: Ma chi l’aveva presa? Come avevano fatto a entrare in casa sua? Potrebbero rientrare e portarla un’altra volta nei luoghi bui dove mettono i rapiti? Potrebbero venire qui?
Io: (respiro profondamente) No amore, non possono più ora
Ofri: Perché?
Io: Perché ora non possono più entrare. Ora ci stiamo attenti. Facciamo la guardia in tanti e nessuno può entrare nelle nostre case.
Ofri: (uno sguardo burlone) Sei sicura?
Io: Sì tesoro, puoi stare tranquilla. Nessuno potrà più rapire Avigail
Ofri: E anche tutti gli altri bambini. Vero?
Io: Si, puoi stare tranquilla e tutti i bambini possono stare tranquilli!
Ofri (abbraccia la sua sorellina di due anni, un abbraccio protettivo e dolce) Ora siamo al sicuro Liori…vieni qui vicino a me…layla tov…buona notte
Avigail Idan ha compiuto 4 anni in prigionia nelle mani di Hamas, è stata rilasciata come parte della terza fase dell’accordo con l’organizzazione terroristica. I genitori di Avigail, Roy e Smadar, sono stati assassinati nella loro casa nel kibbutz Kfar Aza. I suoi fratelli maggiori, Michael e Amalia, si sono nascosti in un armadio per ore. Quando suo padre è stato ucciso, davanti ai suoi occhi, Avigail è fuggita a casa della famiglia Brodets, i vicini. È stata poi rapita e portata a Gaza insieme a Hagar Brodets e ai suoi tre figli, Ofri, Uriya e Yuval.
La foto di Avigail è diventata uno dei simboli degli ostaggi a Gaza ed è arrivata fino al presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che ha esercitato pressioni su Qatar ed Egitto per ottenere la liberazione della bambina, che possiede anche la cittadinanza americana. Suo nonno, Carmel Idan, quando ha saputo della sua liberazione ha dichiarato: «Nel nostro cuore c’è una gioia mista a dolore, nostro figlio e sua moglie sono stati assassinati, ma noi abbiamo scelto la vita».
Angelica Edna Calò Livnè