7 OTTOBRE – Sopravvivere all’inimmaginabile, un incontro

«In ogni scontro armato c’è sempre una guerra nascosta, quella che spesso non ci viene raccontata e quasi sempre rimane impunita: è la guerra che si combatte contro le donne, i loro corpi e i loro figli. La violenza fisica e sessuale contro le donne fa parte di una infame strategia militare, è un’arma dei conflitti. Lo scopo è sempre quello di umiliare il nemico, annullare un’identità, creare traumi, divisioni e vergogna in una comunità. Finché contro le donne verrà usata violenza, noi non saremo mai un’umanità degna di essere chiamata così». Così la deputata Martina Semenzato, presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio e violenza di genere, ha aperto l’evento Sopravvivere all’inimmaginabile: voci di donne dal 7 ottobre e al Nova Party alla Biblioteca nazionale dell’Ebraismo italiano Tullia Zevi a Roma. L’evento, organizzato dall’ambasciata di Israele in collaborazione con l’Ucei, ha permesso di ascoltare le testimonianze di due fra le ragazze sopravvissute al Nova Festival, Yuval Tapuchi e Hadar Sharvit, a pochi giorni dalla Festa della Donna.
Accogliendo il pubblico in sala, la presidente Ucei Noemi Di Segni ha sottolineato come la cosa più terribile del 7 Ottobre sia stata la violenza perpetrata sulle donne in quanto ebree, in quanto israeliane: «Questi atti erano indirizzati non solo contro le donne, ma per minare la cerchia famigliare, inaugurando un macabro format e generando un crimine che ancora non esiste nel diritto internazionale».
Per Inbal Natan Gabay, portavoce dell’ambasciata di Israele, «il 7 Ottobre è stato un momento di svolta per lo stato di Israele e per la sua società. Da quel triste giorno, niente è più lo stesso. Quel cambiamento si riflette anche nella Giornata della donna», ha aggiunto introducendo Cochav Elkayam-Levi, esperta di diritto internazionale, diritti umani e teorie femministe, fondatrice e presidente della Commissione civile sui crimini del 7 ottobre commessi da Hamas contro donne, bambini e famiglie.
Cochav Elkayam, che attualmente insegna alla Reichman University di Erzelya, ha deciso di assumere questo difficile compito e non guardare da un’altra parte, ma di aiutare a rappresentare tutti coloro che hanno vissuto l’indescrivibile.
Le parole di Cochav Elkayam lasciano spazio alle voci di Yuval e Hadar, a momenti sommesse a momenti interrotte dalla difficoltà di rivivere e trasmettere il ricordo dei drammatici momenti vissuti. In pochi minuti le giovani donne descrivono gli attimi spensierati prima dell’attacco terroristico e il terrore provato man mano che hanno acquistato coscienza di quanto stava avvenendo e infine lo shock nella consapevolezza di essersi salvate, ma di aver perduto amici, coetanei, e di aver visto quello che la mente mai avrebbe potuto immaginare
Nelle parole di tutti i presenti la necessità di rimanere uniti. Come ha sottolineato Inbal Natan Gabay: «Possiamo solo fare tutto il possibile per abbracciare quelle donne, tutte le vittime, per far eco alle loro storie e assicurarci che niente del genere accada di nuovo a nessuno, in nessun luogo della terra».
Lucilla Efrati