ISRAELE – Yahli, l’ultima vittima del terrorismo palestinese

Gerusalemme evacua 2 mila bambini da Gaza per cure in Giordania

Israele piange oggi un’altra giovane vittima della violenza terroristica palestinese. Yahli Gur, 17 anni, ha perso la vita a distanza di una settimana dall’attentato in cui è rimasta coinvolta. La giovane era stata investita a Pardes Hanna-Karkur, nel nord d’Israele, lo scorso 27 febbraio da un’auto lanciata sulla folla da un terrorista proveniente da Jenin. «È impossibile trovare le parole per descrivere il nostro dolore», ha commentato il capo del consiglio comunale di Pardes-Hannah Karkur, Yoni Hakimi, dopo l’omicidio della ragazza, residente insieme alla famiglia nella città vicino Haifa. «Un omicidio spregevole di una ragazza giovane e innocente, il cui unico peccato era essere ebrea e vivere nel suo paese. Yahli era una ragazza piena di vita, sogni e aspirazioni, e ora, con una crudeltà inimmaginabile, tutto questo è stato stroncato per sempre», ha aggiunto Hakimi.
Mentre Israele si stringe attorno alla famiglia Gur, il paese assiste a un cambio cruciale ai vertici di Tsahal. Eyal Zamir ha ufficialmente assunto il comando delle forze armate, succedendo a Herzi Halevi, che ha rassegnato le dimissioni lo scorso 21 gennaio in seguito alle falle emerse durante l’attacco del 7 ottobre 2023. Riconoscendo le proprie responsabilità e quelle delle forze di sicurezza, Halevi ha però invocato un’inchiesta condotta da una commissione indipendente. «Non per trovare qualcuno da incolpare, ma prima di tutto per raggiungere la fonte dei problemi e consentirne la riparazione», ha affermato Halevi.
Zamir eredita un compito difficile: riportare a casa i 59 ostaggi ancora nelle mani di Hamas e condurre Israele a una vittoria che non sia solo militare, ma strategica e duratura contro il gruppo terroristico. «I vostri cari sono davanti ai miei occhi. Il nostro dovere morale è chiaro: riportare tutti a casa, in ogni modo possibile e il più rapidamente possibile», ha dichiarato Zamir parlando ai famigliari degli ostaggi. Al momento sul destino dei rapiti grava l’incertezza della possibile ripresa del conflitto a Gaza. Le trattative per far proseguire la tregua vanno a rilento e il governo israeliano si prepara per un ritorno alle armi.
Nel mezzo di questa fase, un segnale di apertura arriva dalla decisione di Israele di dare il via libera all’evacuazione di circa 2.000 bambini palestinesi feriti dalla Striscia di Gaza, affinché possano ricevere cure mediche in Giordania. I primi 29 sono già arrivati, tra loro piccoli pazienti affetti da gravi malattie o ferite di guerra.