EDUCAZIONE – Tel Aviv e lo stop agli smartphone in classe

Nel suo libro Homo deus. Breve storia del futuro, lo storico israeliano Yuval Noah Harari mette in guardia l’umanità sulla dipendenza da smartphone, che ritiene una delle principali emergenze globali. Secondo Harari, se non saranno in grado di affrancarsi da questa dipendenza, «gli umani cambieranno gradualmente prima una delle loro caratteristiche e poi un’altra, e un’altra ancora, finché non saranno più umani». Chissà se Ron Huldai, il sindaco di Tel Aviv, ha letto il libro del suo illustre connazionale. Sull’argomento però sembra pensarla in modo simile. «Dobbiamo governare la tecnologia, non esserne governati», ha dichiarato nel corso di una conferenza dedicata ai temi dell’educazione, davanti a vari presidi e addetti ai lavori. Nell’occasione Huldai ha annunciato l’avvio un progetto per ridurre e poi in una seconda fase sradicare la presenza degli smartphone nelle scuole della Città Bianca, una delle capitali mondiali dell’innovazione. Alcuni istituti stanno già sperimentando una graduale disconnessione, altri lo faranno a breve. «Sono dei veri pionieri, dei pionieri digitali», ha affermato Huldai. «Lo dico senza un briciolo di cinismo».
Il sindaco ha definito il progetto nel suo insieme «non semplice, ma necessario», dicendosi consapevole delle resistenze cui andrà incontro strada facendo. «L’innovazione è una parte fondamentale della vita a Tel Aviv», ha poi riconosciuto. Ciò premesso, «vogliamo che i bambini siano in grado di divertirsi a usare strumenti di intelligenza artificiale in modo intelligente, di qualità e creativo, fornendo la capacità e gli strumenti per usare tablet e laptop per i processi di apprendimento». Allo stesso tempo, «vogliamo anche consentire ai bambini di avere momenti semplici insieme e realizzare esperienze e processi emozionali». Tutto questo, ha concluso Huldai, «non può essere fatto in modo ottimale quando gli smartphone sono con i bambini in ogni momento».

a.s.

(Foto: Tel Aviv-Yafo Municipality)