ISRAELE – Dopo la “fase uno” arriva lo “schema Witkoff”?

La fase uno della tregua è formalmente finita a inizio mese ma la guerra tra Israele e Hamas non è ripartita. Anzi, nella regione si negozia. Il Times of Israel riferisce che Israele ha inviato lunedì una delegazione a Doha per un nuovo round di colloqui sull’estensione del cessate il fuoco a Gaza, dopo aver tagliato gli aiuti alla Striscia nel tentativo di fare pressione sui terroristi di Hamas. Intanto l’inviato della Casa Bianca Steve Witkoff dovrebbe recarsi in Arabia Saudita martedì e poi nella capitale del Qatar mercoledì. Un nuovo “schema Witkoff” prevede che Hamas rilasci dieci ostaggi vivi, tra cui l’americano-israeliano Edan Alexander, in cambio di altri 60 giorni di cessate il fuoco. «Ci serve una scadenza per il rilascio degli ostaggi dalla prigionia di Hamas a Gaza», ha dichiarato Witkoff lunedì a Fox News, affermando che «questo è l’unico modo in cui può funzionare». Continuano nel frattempo i negoziati fra l’inviato speciale del presidente Donald Trump per gli ostaggi, Adam Boehl, e il gruppo terroristico che controlla Gaza: secondo il ministro israeliano delle Finanze Bezalel Smortrich ed esponente della destra estrema, si tratta di un «errore madornale».
A sintetizzare la situazione ha provveduto Gabriel Ben-Dor, esperto di scienze politiche e sicurezza nazionale presso l’Università di Haifa. Parlando a The Media Line ha affermato: «Tutti i giocatori sono a un bivio: Israele deve decidere se vuole intensificare la guerra a Gaza o garantire prima il rilascio degli ostaggi, e Trump deve decidere come agire sulle minacce (contro Hamas) da lui stesso pronunciate».
Nelle stesse ore l’ambasciatore israeliano presso l’Onu ha Ginevra, Daniel Meron, ha esortato le agenzie dell’Onu e altri gruppi d’aiuto a rilevare le attività dell’Unrwa a Gaza dopo che Israele ha interrotto ogni rapporto con l’agenzia per il sostegno dei palestinesi accusata di connivenza con i terroristi di Hamas.