MUSICA – Yuval Raphael all’Eurovision con New Day Will Rise

Un gruppo di giovani si danno appuntamento in un’area verde. Cantano, ballano, si abbracciano. Sul prato appaiono anche degli anemoni rossi, uno dei simboli d’Israele. Impossibile non pensare ai 364 ragazze e ragazzi massacrati nell’area del festival Nova dai terroristi di Hamas.
New Day Will Rise, la canzone con cui Israele sarà in gara alla prossima edizione dell’Eurovision di Basilea (13-17 maggio), di cui è stato diffuso nelle scorse ore il videoclip, è un brano di speranza. Perché, canta Yuval Raphael, 24 anni, «l’oscurità svanirà, tutto il dolore passerà, ma noi resteremo». Parla per esperienza personale. Raphael quel giorno era lì ed è sopravvissuta alla strage nascondendosi sotto un mucchio di cadaveri, all’interno di un rifugio. Un’esperienza che l’ha indelebilmente segnata e che ora trasferirà sul palco della manifestazione canora, già vinta da Israele quattro volte. All’Eurovision «voglio raccontare la storia del paese, di ciò che ho passato, di ciò che hanno passato altri», ha dichiarato la cantante, originaria di Ra’anana, in una recente intervista. «Voglio raccontare la storia, ma non sono alla ricerca di pietà. Voglio che si percepisca la nostra resistenza di fronte a tutto quello che ci è successo». Anche, ha aggiunto Raphael, a costo di sfidare i fischi «che al 100% arriveranno dalla platea».
Israele ha vinto l’Eurovision nel 1978 con A-Ba-Ni-Bi di Izhar Cohen & Alphabeta, l’anno successivo con Hallelujah di Gali Atari & Milk & Honey, nel 1998 con Diva di Dana International e nel 2018 con Toy di Netta Barzilai. Nel 2024 si è piazzata al quinto posto con Hurricane di Eden Golan, seconda nel voto del pubblico da casa, dodicesima in quello della giuria. Il brano dovette affrontare un travagliato iter perché la sua prima versione, intitolata October Rain, fu bocciata dall’Eurovision con l’accusa di contenere un messaggio politico per via di alcuni riferimenti indiretti al 7 ottobre. Nei giorni del concorso l’artista fu poi costretta a trascorrere la maggior parte del suo tempo in una stanza d’albergo, protetta dalla scorta, mentre per le strade della svedese Malmö migliaia di propal contestavano la sua presenza.