ASSISI – Il coraggio di Lina la “Giusta”

Lina Berellini era una bambinaia originaria di Assisi, assunta in servizio dalla famiglia ebraica Calef a Perugia. Con la promulgazione delle leggi razziste nell’autunno del 1938 decise di non abbandonare i suoi datori di lavoro e fu al loro fianco anche quando la persecuzione si estese dai diritti alle vite, mettendo a rischio la sua stessa esistenza per offrire soccorso in particolare ai fratelli Fiorella e Sergio, i piccoli di casa Calef.
Atti di coraggio che le sono valsi l’inserimento nell’elenco degli oltre 700 “Giusti tra le Nazioni” italiani riconosciuti dallo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme. «In quella terribile oscurità ci furono alcuni barlumi di speranza: uomini e donne non ebrei che si sono opposti al muro di indifferenza, persone che hanno deciso di agire contro una terribile realtà, di andare controcorrente», ha dichiarato l’ambasciatore israeliano Jonathan Peled, intervenendo alla cerimonia del conferimento dell’onorificenza in memoria al Museo della Memoria di Assisi. Secondo il rappresentante dello Stato ebraico, «la loro storia dimostra che la fede nella solidarietà umana esiste ancora». Ha tra gli altri portato un saluto anche Valter Stoppini, il sindaco di Assisi: «Lina ha protetto e salvato due fratelli, Fiorella e Sergio Calef, impedendo la loro deportazione. Lo ha fatto semplicemente attraverso la propria umanità, scegliendo valori come solidarietà, pace, giustizia, contro odio, conflitti, divisioni».