ISRAELE – Idf ammette fallimento in difesa Nir Oz, Hamas annuncia possibile liberazione ostaggio

«Abbiamo fallito nel nostro compito». È l’ammissione dell’esercito israeliano nel presente i risultati dell’indagine svolta per venire a capo degli errori e ritardi nella difesa del kibbutz Nir Oz, una delle comunità più colpite dall’assalto di Hamas la mattina del 7 ottobre del 2023. Nel “sabato nero” di Israele Nir Oz ha pagato un prezzo durissimo con circa un quarto dei suoi residenti assassinati o sequestrati nella Striscia (tra gli altri, restituiti cadavere appena poche settimane fa, Shiri Bibas con i figli Ariel e Kfir e l’attivista per la pace Oded Lifshitz). In questo piccolo kibbutz con vista su Gaza le mancanze sono state «particolarmente gravi», rileva il rapporto, citato e commentato sulla stampa israeliana, perché i primi soldati vi hanno fatto ingresso «solo dopo che l’ultimo terrorista se n’era già andato», a quanto pare da circa 40 minuti, non potendo così essere di aiuto al gruppo di sicurezza locale che ha fronteggiato per ore i terroristi. In modo eroico, sottolinea l’Idf.
Venerdì mattina Hamas ha intanto annunciato la possibile liberazione del soldato israelo-americano Edan Alexander, 21 anni, prospettando anche la riconsegna dei corpi di quattro ostaggi con doppia cittadinanza nelle mani dei terroristi. Dei cittadini statunitensi rapiti il 7 ottobre Alexander dovrebbe essere l’unico ancora in vita. Sarebbero invece morti il 19enne Itay Chen, il 21enne Omer Neutra e i coniugi Judith Weinstein e Gadi Haggai: 70 anni lei, 72 lui. Incontrando i giornalisti nel corso della sua ultima missione, l’inviato speciale Usa Steve Witkoff aveva dichiarato: «Edan Alexander è molto importante per noi: tutti gli ostaggi lo sono, però lui è americano ed è ferito. Liberarlo è una nostra priorità assoluta». Sempre venerdì mattina il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha accusato i terroristi di proseguire «con le manipolazioni e la guerra psicologica».