USA – La stretta di Trump sui confini pesa su 700 ebrei iraniani


Come ha raccontato Asaf Elia-Shalev sul Forward, la rielezione di Donald Trump ha segnato un punto di svolta nelle politiche migratorie degli Stati Uniti, con ripercussioni sulle minoranze religiose perseguitate all’estero. Compresa la comunità ebraica iraniana. Va ricordato che nonostante avesse promesso di proteggere la libertà religiosa una delle prime azioni del Presidente è stata la firma di un ordine esecutivo per sospendere a tempo indeterminato l’ammissione di nuovi rifugiati. Una decisione che ha colpito anche circa 700 ebrei iraniani che avevano presentato domanda di status di rifugiato attraverso la HIAS (Hebrew Immigrant Aid Society). In Iran la comunità ebraica è una presenza storica, ma le difficoltà sono sempre maggiori. Haroun, per esempio, un giovane ebreo iraniano che dal dicembre scorso vive a Los Angeles, ha tentato per anni di ottenere un visto per gli Stati Uniti, senza mai riuscirvi, ma la riapertura del Programma Lautenberg per gli iraniani decisa dall’amministrazione Biden gli aveva offerto una speranza. E dopo aver superato i controlli dell’FBI, Haroun era riuscito a trasferirsi negli Stati Uniti. Con l’insediamento di Trump e la sospensione dei programmi di ammissione dei rifugiati, i suoi familiari sono rimasti bloccati in Iran, in una situazione di incertezza e preoccupazione crescenti. Il Programma Lautenberg, istituito nel 1989, ha l’obiettivo di facilitare l’ammissione negli Stati Uniti di minoranze religiose perseguitate: inizialmente mirato agli ebrei dell’ex Unione Sovietica, è poi stato esteso anche ad altre comunità ebraiche, tra cui quella iraniana. La sospensione di questo programma ha suscitato grande preoccupazione tra le organizzazioni umanitarie e tra le comunità religiose in cerca di protezione. Mentre l’amministrazione afferma di voler proteggere le minoranze religiose e le misure restrittive sull’immigrazione sembrano contraddittorie, mentre la discrepanza tra le promesse di tutela della libertà religiosa e le azioni intraprese solleva sempre più interrogativi sulla coerenza delle politiche adottate. La vicenda di Haroun, sottolinea il Forward, è solo una delle tante che sono state influenzata dalle decisioni politiche in materia di immigrazione e rifugiati. Mentre le nazioni affrontano sfide legate alla sicurezza e alla sovranità sarebbe da ricordare l’importanza del sostegno a coloro che fuggono da persecuzioni religiose.