ROMA – Al Tempio Maggiore l’abbraccio della Comunità ai genitori di Or Lamishpachot

Con Purim è tornata a Roma una delegazione di Or Lamishpachot (ovvero Luce per le famiglie), associazione israeliana che raggruppa genitori di soldati caduti in guerra o di vittime di attentati, aiutandoli nel loro percorso di elaborazione del trauma e favorendo occasioni d’incontro anche all’estero. Come quella con gli ebrei romani. Or Lamishpachot è nella capitale per la settima volta e dei 64 genitori accolti quest’anno al Tempio Maggiore, dove si è svolta domenica sera una cerimonia di benvenuto, 49 hanno perso un figlio nei massacri del 7 ottobre o nei vari fronti di guerra apertisi poco dopo. Tra loro c’è il rabbino Elchanan Danino, padre di Ori, assassinato da Hamas insieme ad altri giovani in procinto di essere liberati dall’Idf con un blitz.
A dare loro il benvenuto a Roma sono stati il presidente della Comunità ebraica romana Victor Fadlun e il rabbino capo Riccardo Di Segni, con a seguire una serie di testimonianze. «È sempre un’emozione accompagnare questi genitori, cercare di fargli sentire tutto il nostro calore», spiega Raffaele Terracina, uno degli organizzatori del progetto. Romano di nascita, residente da tempo in Israele, Terracina opera come punto di raccordo tra i due paesi. «È una bella storia di collaborazione e impegno per una causa comune», sottolinea. «L’associazione da Israele contribuisce con i biglietti aerei. Mentre l’ospitalità a Roma e tutte le attività connesse sono possibili grazie a donazioni di privati e alla disponibilità di alcuni ristoratori che offrono pranzi e cene». L’iniziativa, spiega Terracina, nacque alcuni anni fa da un’idea dell’ex presidente della Comunità ebraica Riccardo Pacifici. E con il tempo si è estesa anche ad altre città e Comunità. Come quella di Firenze, dove il gruppo sarà in visita nelle prossime ore.