LIBRI – L’antisemitismo nel cinema italiano, prima della Shoah

Usurai, seduttori e cospiratori. Così il cinema italiano presentava gli ebrei prima della Shoah. Lo racconta il documentarista ed esperto in ricerche storico-investigative, giornalistiche e audiovisive Luca Martera nel suo nuovo libro, intitolato per l’appunto Usurai, seduttori e cospiratori, pubblicato dall’editore Salomone Belforte e presentato a Roma nella sede della Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano Tullia Zevi.
«Gli stereotipi non nascono dal nulla», ha spiegato nel corso dell’iniziativa l’autore, visto che «tutta l’iconografia antisemita di quel cinema è mutuata da secoli di letteratura e teatro, di sculture e affreschi ancora presenti nelle chiese italiane». L’eco di tali rappresentazioni si propaga così in film, documentari e cortometraggi animati. Senza dimenticare «l’Istituto Luce e la sua scaltra propaganda». Nella sua ricerca Martera ha spiegato di essersi imbattuto in due film dedicati per intero a quello scopo e in un’altra decina portatori di un pregiudizio veicolato dall’agire di alcuni personaggi.
All’incontro, intitolato “Ombre nascoste. L’antisemitismo nel cinema italiano prima della Shoah”, sono tra gli altri intervenuti la presidente Ucei Noemi Di Segni, lo storico dell’ebraismo italiano Riccardo Calimani, lo storico della Shoah Amedeo Osti Guerrazzi, il regista e produttore Ruggero Gabbai e il giornalista Mario Tedeschini Lalli, moderati dall’ex responsabile Ucei per la Memoria Sira Fatucci. La scelta di presentare l’opera a metà strada tra il 27 gennaio e il 25 aprile non è casuale, ha detto Di Segni, «perché ci rendiamo conto della distorsione crescente sul modo in cui è vissuta la liberazione dal fascismo». Per Di Segni, il 25 aprile «dovrebbe essere nel dna di ogni italiano allo stesso modo in cui ogni cittadino israeliano si approccia a Yom HaAtzmaut, la festa dell’Indipendenza; la sfida, non solo nostra, è quella di portare degli stimoli».

a.s.