ROMA – Mitteleuropa ebraica tra storie, mito e nuove prospettive

Cosmopolitismo e piccole patrie. Mancanze di frontiere fisiche da una parte, difesa di frontiere culturali dall’altra. Sono alcune delle «fertili contraddizioni», così le definisce Laura Quercioli, docente di Letteratura polacca all’Università di Genova, su cui si fondava la Mitteleuropa.
“Il mondo di ieri”, parafrasando un celebre libro di Stefan Zweig. Eppure quell’antica costruzione, pur nella fragilità del suo assetto andato in molti pezzi allo scoppio del primo conflitto mondiale, può ancora rappresentare una bussola morale e spirituale per il futuro. È la tesi esposta da alcuni relatori nel corso di un incontro su “Ebrei e Mitteleuropa. Eredità di un mito”, organizzato dal Diploma universitario triennale in studi ebraici dell’Ucei nella sede della Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano a Roma. Moderati dalla professoressa Quercioli, sono tra gli altri intervenuti Roberta Ascarelli, Pierluigi Battista, Massimo Giuliani, Massimiliano De Villa e Giuseppe Veltri.
Visioni diverse a confronto e pure qualche spunto inedito hanno animato la serata, introdotta dalla coordinatrice didattica del diploma Myriam Silvera e dal suo direttore rav Riccardo Di Segni. È il caso, sottolinea Quercioli, dello studio svolto dalla professoressa Ascarelli sul contributo di alcuni ebrei polacchi allo sviluppo dell’Haskalah, il cosiddetto illuminismo ebraico. «Una visione del tutto nuova sull’ebraismo polacco».