ISRAELE – Missili dal Libano, le Idf reagiscono contro Hezbollah

Alle 5.50 di mattina i residenti di Kiryat Shmona si sono svegliati al suono famigliare delle sirene antimissile. Dopo mesi di silenzio, gli allarmi nella cittadina del nord d’Israele sono scattati per il lancio di due missili dal Libano: uno è stato intercettato, l’altro si è schiantato prima di entrare in territorio israeliano. «Da mesi lavoriamo per convincere i residenti di Kiryat Shmona a tornare. Ora stiamo lavorando per convincere chi è tornato a rimanere», ha commentato ai media locali il sindaco, Avichai Stern, dopo l’attacco. Per David Azoulay, primo cittadino di Metula, tra le località più bersagliate in questo anno e mezzo dai colpi dei terroristi libanesi Hezbollah, il governo israeliano deve fare di più: «Deve annunciare oggi l’annullamento della risoluzione 1701 dell’Onu e dichiarare che elimineremo tutte le organizzazioni terroristiche in Libano».
Sul terreno, l’esercito ha risposto colpendo obiettivi di Hezbollah nel sud del Libano e nella periferia meridionale di Beirut, nel quartiere di Dahiyeh, considerato una delle roccaforti del gruppo sostenuto dall’Iran. In particolare, l’aeronautica israeliana ha bombardato un edificio usato come deposito di droni dall’Unità 127 dei terroristi libanesi, responsabile degli attacchi con Uav esplosivi e missioni di ricognizione contro Israele. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), l’infrastruttura era situata in un’area densamente abitata e sono stati lanciati avvisi di evacuazione prima del raid per ridurre il rischio di vittime civili.
Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha ribadito la linea dura del governo: «Se non ci sarà pace nel nord, non ci sarà pace a Beirut». «Il destino di Kiryat Shmona sarà lo stesso di Beirut», ha ribadito Katz, lasciando intendere che l’esercito continuerà a colpire anche in profondità, se necessario.
Hezbollah ha negato qualsiasi coinvolgimento nel lancio dei missili contro il nord d’Israele, sostenendo di restare impegnato nel cessate il fuoco concordato a novembre.
Da Beirut, il primo ministro Nawaf Salam ha condannato l’attacco aereo israeliano, ma ha anche chiesto all’esercito nazionale di aprire un’indagine sui lanci di razzi e identificare i responsabili, sottolineando che «solo lo stato libanese può decidere tra guerra e pace».