TORINO – Shabbaton con 130 ragazzi da tutta Europa

Lo scorso weekend Torino ha ospitato uno shabbaton atteso da cinque anni: più di 130 studenti e giovani professionisti provenienti da oltre 22 paesi si sono riuniti per scoprire e ammirare la città e la sua antica tradizione ebraica. A partire da venerdì sera, le porte si sono aperte ai partecipanti provenienti da Spagna, Portogallo, Turchia, Germania, Francia, Israele e altri paesi, riuniti sotto lo stesso tetto. Nonostante le diverse visioni dell’ebraismo, lo spirito comune è stato quello celebrare l’appartenenza allo stesso popolo.
L’evento ha preso il via con la tradizionale Kabbalat Shabbat secondo il rito locale. Canti, conversazioni e cibo hanno animato la prima serata, alimentando un senso di unione che ha accompagnato i partecipanti per tutta la durata dello shabbaton.
Sabato, nel medesimo spirito della sera precedente, il riposo e la preghiera sono stati affiancati da numerose attività proposte dagli organizzatori. I partecipanti hanno avuto l’opportunità di conoscere diverse associazioni di attivismo ebraico, tra cui NUIS, JSUD, EUJS e The Jewish Agency, che non solo hanno sponsorizzato l’evento, ma vi hanno anche contribuito attivamente. Questo incontro ha rappresentato una fonte di ispirazione per il dialogo e il confronto.
Le attività del pomeriggio si sono articolate in tre sessioni parallele: Ruth Mussi, prendendo spunto dalla Torah e dalla Meghillat Esther, ha esaminato i ruoli e le funzioni della donna nell’ebraismo, stimolando un dibattito ricco di spunti di riflessione. La seconda sessione, coordinata da David Di Segni, Ariela Di Gioacchino e Alex Krioukov, ha sottolineato il ruolo emancipativo della scrittura per i giovani. I direttori di HaTikwa, The Bridge ed EDA, rispettivamente i giornali di UGEI, EUJS e JSUD, hanno esortato i partecipanti a considerare “carta e penna” come strumenti di libertà personale. Infine, il rabbino capo di Torino, Ariel Finzi, con il pensiero rivolto agli ostaggi, ha riflettuto sul senso della vita secondo l’ebraismo, affrontando dilemmi morali e questioni religiose.
Con la conclusione delle attività e dello shabbat, l’Havdalà ha riunito tutti i partecipanti in una cerimonia di chiusura emozionante. Un forte abbraccio e un’atmosfera calorosa hanno testimoniato i legami e le amicizie nate in così poco tempo.
La serata ha poi raggiunto il suo culmine con l’evento più atteso: a Villa Sanquirico si è tenuta la festa “L’enigma di Torino: tra ombre e meraviglie”, organizzata da REWiBE. Tra mistero, musica e foto di gruppo, i partecipanti hanno affollato la pista da ballo fino a tarda notte.
Nonostante le poche ore di sonno, la domenica mattina i partecipanti si sono ritrovati davanti alla comunità per il tour finale del centro di Torino. Tra edifici dalla storia secolare, musei e caffè caratteristici, la visita si è conclusa in Piazza Castello, dove gli iscritti allo shabbaton si sono salutati prima di fare ritorno a casa.
Riflessioni sull’ebraismo del futuro e interessanti dibattiti hanno favorito nuove conoscenze e connessioni. La giovane comunità ebraica europea e vuole mantenere vivi questi legami.
Shulamit Bondì e Gabriel Venezia
(Foto: ©Fran Friedrich)