MILANO – Europa Radicale lancia l’appello: «Per un giorno tutti con la kippah»

Da Milano a Roma, un giorno con la kippah in testa per mostrare solidarietà al mondo ebraico e rispondere così all’ondata di antisemitismo che ha investito l’Italia dopo il 7 ottobre 2023.
È la proposta dell’associazione Europa Radicale, che in una conferenza stampa organizzata presso la Comunità ebraica di Milano ha annunciato una lettera ai sindaci delle principali città italiane per invitarli a indossare pubblicamente il copricapo ebraico per una giornata.
Un gesto simbolico, ma pensato per avere un impatto concreto, in un contesto dove sempre più ebrei riferiscono di sentirsi in pericolo per il solo fatto di essere riconoscibili come tali. «L’antisemitismo è tornato ad essere un pregiudizio di massa, culturalmente e politicamente legittimato da istanze cosiddette “antisioniste”», si legge nell’appello diffuso dall’associazione, lanciando l’iniziativa intitolata “Indossiamo la kippah”.
Alla conferenza hanno partecipato Igor Boni, Lorenzo Strik Lievers e Carmelo Palma per Europa Radicale, il vicepresidente della Comunità ebraica di Milano, Ilan Boni, e il delegato alla comunicazione della Comunità, David Blei. Al termine dell’incontro, i tre esponenti radicali hanno indossato pubblicamente la kippah, dichiarando l’intenzione di farlo anche nei prossimi giorni, nei luoghi pubblici.
Boni: servono solidarietà e attenzione
«In un momento come questo, qualsiasi persona fuori dalla comunità ebraica che decide di prendere posizione e di denunciare le difficoltà che viviamo come ebrei italiani merita attenzione. La nostra vita, oggi, non è uguale a quella degli altri cittadini: viviamo un’esposizione diversa, un senso di pericolo che è aumentato rispetto a qualche anno fa», commenta a Pagine Ebraiche il vicepresidente della Comunità ebraica all’indomani dell’iniziativa. «Se un simbolo religioso, come la kippah, diventa qualcosa che mette in pericolo, significa che il clima che ci circonda è molto peggiorato».
Particolarmente difficile, sottolinea, è trovare le parole giuste quando sono i figli a porre le domande più dure: «Le mie figlie mi hanno chiesto: “Perché ci odiano così tanto? Perché gridano ‘morte agli ebrei’ nelle piazze di Milano?” La verità è che non c’è una spiegazione logica. Siamo quasi costretti a giustificarci». Per questo, conclude Boni, è importante ogni iniziativa di solidarietà esterna verso il mondo ebraico. «Non vogliamo e non dobbiamo restare soli».
I promotori di “Indossiamo la kippah” porteranno ora l’iniziativa in altre città italiane.
d.r.