OSTAGGI – Rom Braslavski e una casa tutta sua

Per aiutare la madre divorziata, Rom Braslavski ha iniziato a lavorare a 14 anni. Ha avuto un’infanzia un po’ turbolenta, racconta il fratello Amit, «ma poi ha messo la testa a posto e si è dedicato alla famiglia». Fino a 19 anni, Rom ha condiviso la sua stanza a Gerusalemme con il fratello minore, Ziv, di otto anni più piccolo. Poi un giorno del 2023 è arrivato dalla madre Tami, l’ha baciata, abbracciata, e gridato: «Mamma, ho una casa tutta mia!». «Era molto orgoglioso, ma anche così, tornava sempre a casa per lo Shabbat», ha ricordato Ziv.
Sarebbe dovuto tornare a casa anche la sera del 7 ottobre 2023, dopo aver finito il turno nel servizio di sicurezza del Nova Festival di Re’im. E invece si è trovato a fronteggiare centinaia di terroristi di Hamas. «Mi ha chiamato intorno 10.30 del mattino, dal telefono di qualcun altro. Mi ha rassicurato: ‘Mamma, non preoccuparti, sono al sicuro, siamo con i soldati’. Più tardi ho capito che era stato attaccato dai terroristi che lo circondavano», ha raccontato Tami.
Durante l’inferno di Re’im, Rom ha messo in salvo due ragazze, poi è stato ferito a entrambe le mani. Eppure, ha continuato ad aiutare altri partecipanti al festival a fuggire. L’ultima testimonianza certa risale alle 13.30 del 7 ottobre: il giovane stava aiutando una donna a uscire da un cassonetto in cui si era nascosta, cercando di portarla in salvo. Poi più nulla.
Per due mesi, la famiglia ha vissuto nell’incertezza. Non sapevano se Rom fosse tra le vittime del massacro o se fosse stato rapito. Il fratello maggiore, Amit, l’8 ottobre ha setacciato, senza risultati, il sito del festival cercando qualche indizio. Solo a dicembre, le Idf hanno confermato ai Braslavski che Rom era stato preso vivo come ostaggio.
Le testimonianze dei sopravvissuti al massacro di Re’im parlano di un ragazzo calmo e determinato anche durante l’attacco. «Ha rischiato la vita per recuperare i corpi di alcune ragazze. Sapeva a cosa andava incontro», ha spiegato la madre. La prima notizia del figlio, che ha passato già due compleanni in prigionia a Gaza, è arrivata solo 517 giorni dopo il rapimento: uno degli ostaggi liberati ha raccontato di aver condiviso con lui una stanza per un breve periodo. «Rom era un cocco di mamma. Diceva di sì a qualsiasi cosa gli chiedessi», ha raccontato la madre. «Ma è un tipo tosto. So che sopravviverà».

d.r.