OSTAGGI – I fratelli David e Ariel Cunio e la dedica alla Berlinale

David, 34 anni, e Ariel, 27, fanno parte di una grande famiglia argentina che ha messo radici a Nir Oz nel 1986, quando i genitori, Silvia e Luis Cunio, lasciarono Buenos Aires per costruirsi una nuova vita in Israele. I coniugi hanno cresciuto nel kibbutz i loro quattro figli: Lucas, David e il gemello Eitan, e Ariel.
Nel 2013, i gemelli David ed Eitan erano apparsi sul grande schermo come protagonisti del film Youth, diretto da Tom Shoval. Il film raccontava la storia di due fratelli che, in un momento di disperazione economica, arrivano a rapire una ragazza per aiutare la famiglia.
David, raccontano amici e parenti, è un uomo sensibile, riflessivo, legato alla famiglia. Dopo l’esperienza sul set aveva continuato a lavorare nel mondo del cinema. Viveva con la moglie Sharon e le due figlie gemelle, Yuli ed Emma.
Ariel, il più giovane dei fratelli, è un giovane curioso, gentile e condivideva la vita con Arbel Yehoud, anche lei cresciuta a Nir Oz. «Si conoscevano dalla nascita», ha ricordato Neta, fratello di Arbel. I due hanno condiviso molte passioni, tra cui la fascinazione per le stelle. A metà ottobre avevano in programma una serata con un amico per guardare il cielo. «Sono ancora qui che aspetto», ha commentato alcune settimane fa Arbel.
Il 7 ottobre 2023, i due fratelli sono stati rapiti da Hamas durante l’attacco al kibbutz Nir Oz. David è stato preso insieme a Sharon, alle bambine, alla cognata Danielle e alla nipotina Emilia. Ariel è stato rapito con Arbel. Le donne e le bambine sono state rilasciate nei mesi successivi. David e Ariel, da 549 giorni, sono in mano ai terroristi.
Eitan Cunio, gemello di David, si è salvato barricandosi con la moglie e le figlie in una stanza sigillata, mentre la casa andava in fiamme. È stato tratto in salvo grazie all’intervento della squadra d’emergenza del kibbutz.
«È un anno e mezzo che non vedo i miei figli. Non dormo. Vivo con un solo pensiero: riportarli a casa», ha affermato la madre Silvia al quotidiano Maariv. Il 6 ottobre tutta la famiglia era riunita in casa: «Eravamo in 20. Il 7 ottobre, siamo rimasti in dodici. Alle 8:08 Ariel mi ha scritto: “Siamo entrati in un film dell’orrore”». David l’ha aggiornata fin quasi al rapimento. «Stanno entrando in casa nostra», è stato l’ultimo suo messaggio.
Per settimane non si è saputo nulla, poi la conferma: quasi metà della famiglia era prigioniera a Gaza. Una parte è stata liberata tra novembre 2023 e gennaio 2025, ma non David e Ariel.
È in questo vuoto che nasce A Letter to David, il nuovo film di Tom Shoval. Dodici anni dopo Youth, il regista è tornato a raccontare la famiglia Cunio con un documentario intimo, presentato all’ultima Berlinale. In un’intervista al Times of Israel, Shoval lo ha definito «una lettera aperta a un amico che è diventato parte della mia vita e della mia memoria».
Il film raccoglie immagini di repertorio girate al kibbutz, riprese di Youth, ma anche video privati della famiglia Cunio. Scene di vita quotidiana, la tavola del sabato sera, David ed Eitan adolescenti, Ariel ancora bambino. «Non volevo mostrare solo la distruzione», ha spiegato Shoval, «ma la bellezza del kibbutz, della loro comunità, della vita che avevano costruito».
Durante i giorni della proiezione del film, la famiglia ha ricevuto un nuovo segno di vita da David, riferito da un ostaggio liberato. È stata la prima conferma diretta dopo mesi di silenzio.
«Non sapevo che Tom stesse girando quel film», ha sottolineato la madre. «È stato toccante. Ha mostrato immagini che i miei figli avevano girato dieci anni fa. Vedere i movimenti di David ed Eitan, sentire le loro voci… è stato commovente e agghiacciante allo stesso tempo».
Il suo appello al governo israeliano è di poche parole: «Fermate tutto il resto, fermate la guerra, fermate i bilanci. Occupatevi solo degli ostaggi. Ogni giorno che passa peggiora la loro salute, li allontana da noi. Non avremo vera libertà finché i miei figli e tutti gli altri rapiti non torneranno a casa. Non c’è niente di più importante di questo»