ROMA – Storie di Resistenza, il seminario a via Tasso

Fa tappa al Museo storico della Liberazione di via Tasso a Roma il progetto Tra Resistenza e Resa. Per (soprav)vivere liberi! 80 voglia di libertà!, promosso dalla Fondazione Cdec di Milano per gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo. «Riscoprire la libertà attraverso la storia di via Tasso» recita la locandina del seminario in programma mercoledì mattina nei locali del museo, situato nei locali dove le SS fissarono il loro quartier generale e in cui vennero imprigionati e torturati numerosi esponenti della Resistenza. Alcuni di questi furono poi trucidati alle Fosse Ardeatine.
«Andare nei luoghi della Memoria è fondamentale, in un momento in cui appare sempre più necessario riflettere sulla Resistenza sia armata sia civile», sottolinea lo storico Gadi Luzzatto Voghera, direttore del Cdec, che aprirà l’incontro per docenti e studenti con una lezione su come è cambiata l’attenzione della storiografia al tema. E tante altre sono le iniziative sviluppate dal Cdec in vista del 25 Aprile. A partire dalla presentazione dell’ultimo capitolo del lavoro biografico sugli ebrei nella Resistenza curato dalla storica Liliana Picciotto, del quale si parlerà nel corso di un evento in programma il 29 del mese. «La mia sensazione è che ci sia ad oggi una carenza di riflessione sul significato della Resistenza nel 2025. Assisto piuttosto al riaffacciarsi sulla scena di vecchie retoriche e al tentativo di alcuni agenti di arrivare a uno scontro per una questione di visibilità», dichiara Luzzatto Voghera.

Senza bandiere

Per il direttore del Cdec, «il 25 Aprile sta diventando un pretesto per manifestare delle divisioni, in un periodo storico in cui ci sarebbe invece bisogno di molta unità». Luzzatto Voghera sarà in ogni caso al corteo nazionale di Milano, dove manca da vari anni, «per vedere che aria tira, senza associarmi ad alcun tipo di bandiera; io personalmente sarei per toglierle tutte, perché l’idea di presentarsi come alfieri di una storia, con un simbolo, è già una forma di distorsione».
A seguire, Lalla Di Cerbo e Micaela Procaccia presenteranno alcune biografie di partigiane e partigiani che passarono da via Tasso. Un luogo che Procaccia, già sovrintendente dell’Archivio centrale dello Stato e presidente dell’Associazione Nazionale Archivistica Italiana, conosce bene. Non soltanto perché è stata nel Consiglio del museo, ma perché da anni fa parte della trentina di volontari che si occupano delle visite e di altre attività, sopperendo così in parte «ad alcune mancanze di lungo corso: come quella di fondi, che non consente di impostare una progettualità ampia e nemmeno di assumere delle persone in pianta stabile». Ciò nonostante, racconta Procaccia, il museo «è oggetto di un via vai continuo con circa 15mila studenti in visita ogni anno, anche stranieri: la media è di tre scuole al giorno». Difficile invece contare i visitatori “altri” rispetto al mondo della scuola, perché non c’è un biglietto da pagare e non tutti lasciano la firma sul libro degli ospiti. «Una cosa comunque è certa: il museo non è mai vuoto e c’è sempre da fare». Un altro limite, spiega Procaccia, «è dato dagli spazi ristretti e sui quali gli interventi possono essere minimi, anche perché parliamo di un luogo considerato storico dalla stessa sovrintendenza». Per Procaccia si potrebbe comunque «alleggerire parte dell’allestimento in due appartamenti vicini acquistati dal ministero della Cultura e al tempo stesso lavorare per modernizzare un po’ la comunicazione». Ma passare dalla teoria alla pratica allo stato attuale appare arduo, lamenta la studiosa, «perché senza risorse si può fare ben poco».

Adam Smulevich